Chapter Text
Severus stava lanciando sassi nel fiume, cercando in qualche modo di sfogare la sua frustrazione.
Un mese.
Ancora un mese di inferno in quel paese maledetto, costretto a vagabondare - solo - sotto la calura estiva per evitare di soffocare in quelle quattro mura polverose che era costretto a chiamare casa.
Nessun posto più accogliente dove fuggire. Per la seconda estate di fila.
Così vicina, e così lontana.
Severus aveva afferrato un'altra pietra e stava tirando indietro il braccio per scagliarla, quando un movimento impercettibile, un cambiamento nella pressione dell'aria sopra di lui, gli fece alzare lo sguardo. Piccole saette di energia si materializzarono e lui rimase così, instupiduto ad osservarle, pensando che forse avrebbe dovuto tirare fuori la bacchetta e al diavolo la zona babbana, quando con un sonoro crack l'aria si squarciò e comparve una ragazza.
Che gli cadde addosso con un urlo, facendolo franare sotto di lei, la gravità impietosa che li reclamava al suolo.
Dopo parecchie imprecazioni e un districamento di membra ingarbugliate, la ragazza rialzò il viso e rimase ad osservarlo sbalordita, tenendolo ancora inchiodato sotto di lui, il viso a pochi centimetri di distanza.
Lo stomaco di Severus fece una capriola.
Non era solo che lei era ancora completamente spalmata addosso a lui, ma c'era qualcosa... Qualcosa... Che non riusciva a identificare.
La ragazza aveva gentili occhi nocciola, un naso dritto, labbra generose e una spruzzata consistente di lentiggini.
"... Merda" sussurrò lei, poi gli afferrò il volto con le mani, puntellandosi sui gomiti. Severus si sentì arrossire fino alla punta dei capelli e cercò di sottrarsi a quel contatto, agitandosi sotto di lei, irritato.
"... Ma sei reale?" le chiese ancora la ragazza.
"Levati!" esclamò lui, e questo sembrò riscuoterla, e finalmente si scostò da lui, lasciandolo libero e sedendosi stupefatta sulla terra arida, mentre lui sfilava le gambe da sotto di lei e se le portava al petto. Si sentiva ancora andare a fuoco, però in quel modo, seduti l'uno di fronte all'altro, riuscì ad osservarla meglio: la ragazza aveva lunghi capelli ramati che le ricadevano in morbide onde accanto al viso, e indossava un vestitino giallo a fiori leggero e indecentemente corto. Lo stava guardando con la bocca ancora spalancata, ma si ricompose sotto la sua occhiata di fuoco.
Si guardò intorno e sbatté la palpebre, perplessa.
"... Dove siamo?" chiese infine, esitando appena, prima di rivolgere di nuovo la sua attenzione a lui.
"Cokeworth" rispose Severus, piatto "Chi sei? Come mai sei qui?" aggiunse poi, socchiudendo gli occhi e fissandola intensamente. C'era qualcosa... Qualcosa di sbagliato in lei.
La ragazza esitò ancora una volta, umettandosi le labbra.
"Io..." iniziò, incerta; poi sbatté ancora una volta gli occhi e sorrise verso di lui, allungando una mano "Sono Lily. Lily Luna".
Lily.
Ovviamente. Come avrebbe potuto l'universo non prenderlo per il culo, materializzando una Lily sopra la sua testa? Severus represse l'istinto di alzare gli occhi al cielo, perché dopotutto la ragazza non aveva nessuna colpa dell'ironia della sorte, e strise la sua mano. Almeno in quegli istanti era riuscito a ricomporsi, e il rossore era sparito.
"Severus. Severus Piton".
La ragazza lo stava guardando intensamente, ora, senza sciogliere la stretta.
"... Non mi pare di aver sentito il tuo cognome" incalzò quindi Severus "E non hai risposto alla seconda domanda".
Lily gli lasciò finalmente andare la mano e si spostò, nervosa, una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.
"... Non sono sicura che sia prudente, l'universo potrebbe implodere" mormorò, guardandosi ancora intorno "Non credo di appartenere a questo luogo".
Severus sbatté più volte le palpebre.
"Come, prego?"
Lily Luna si alzò in piedi e si colpì il vestito, per levare la polvere. Severus si affrettò ad imitarla, poi la seguì mentre lei si inerpicava sull'argine ed emergeva nel piccolo e rovinato parco giochi della sua infanzia. La vide ancora guardarsi attorno, una linea sottile di preoccupazione in mezzo agli occhi.
"... Fanculo l'universo" mormorò infine, afferrandogli una mano e tornando indietro, in riva al fiume, dove sembrava esserci un po' più di privacy. Severus, colto totalmente alla sprovvista, si fece trascinare.
"Senti, lo so che è una domanda strana. Ma quando siamo?"
"Come, prego?" Severus si sentiva un pappagallo. Lily non l'aveva lasciato andare e lui, non sapeva nemmeno perché, riusciva ad avvertire esattamente la pressione delle sue dita attorno al suo polso.
"L'anno, Severus. Che anno è?"
"Ah... Ehm... Millenovecentosettantasette...?"
Lily Luna mantenne l'espressione impassibile.
"Quanti anni hai, Severus?" chiese infine "Vai ancora ad Hogwarts?"
Severus era certo di non averla mai vista al castello. Gli studenti non erano poi così tanti, e di vista conosceva tutti o quasi, senza contare che Lily sembrava avere pressapoco la sua stessa età quindi lui era sicuro che l'avrebbe riconosciuta, se fosse stata una studentessa.
"Diciassette" rispose, perso in quella sensazione di turbamento che il suo viso gli trasmetteva "Devo iniziare l'ultimo anno. Tu...?"
Lily sospirò, poi gli si avvicinò ancora. D'istinto Severus fece un passo indietro, ma era inchiodato dalla presa di lei sul suo polso. Lily alzò la mano libera e gliela mise sul petto, poi alzò il viso per fissarlo negli occhi con intensità. Severus si sentì quasi sopraffatto e, maledicendosi per il rossore che stava risalendo sulle guance, distolse lo sguardo.
"Questo non è il mio Tempo, Severus" sussurrò infine.
"Cosa?" esclamò lui, tornando a guardarla. Lily era mortalmente seria.
"Ero al Ministero" continuò lei "Mia zia Hermione mi aveva promesso un giro, sai, come orientamento; per capire dove mi sarebbe piaciuto lavorare il prossimo anno, una volta ottenuti i M.A.G.O... E, poi, mentre camminavamo nell'atrio, c'è stata l'esplosione".
Lily si era avvicinata pericolosamente, mentre parlava. Più vicina, sempre più vicina. Troppo vicina.
Gli lasciò andare il polso, ma Severus non fece in tempo ad arretrare, perché l'altra mano era risalita dietro al suo collo e lei gli si era adagiata addosso, intrappolandolo nella sua presa con un sospiro.
Lo stava abbracciando.
"Sei reale" disse ancora lei, muovendo il viso fino a far sfregare il naso sul suo collo "Abbracciami, Severus".
Come un automa, instupidito da tutta quella situazione, le mani che tremavano e il viso che andava a fuoco, mentre rifletteva sulle parole di lei, Severus obbedì. Era solo un piccolo tocco leggero sulla sua schiena, ma Lily sospirò di nuovo.
"... Cosa?!" esclamò infine Severus, una volta che il senso delle parole di lei lo investì come un Ippogrifo imbizzarrito "Voglio dire, cosa?!"
Lily lo strinse di più.
"Non so cosa sia successo, non so nulla. Ho solo sentito il rumore e non ho fatto neanche in tempo ad afferrare la bacchetta, e poi... Sono apparsa qui".
Qualcosa sembrò riattivarsi in Severus perché finalmente si rese conto anche di come lei lo stesse toccando e, con un singulto di orrore, l'afferrò per le spalle per allontanarla da lui. Lily si limitò ad osservarlo affranta.
"... Non so cosa fare" disse infine lei, dopo l'ennesimo sospiro "Ho paura di ciò che potrebbe succedere se..." si interruppe, ma non per sua volontà, questo Severus lo vide. Lily alzò le mani per toccarsi la bocca, perplessa e distratta dalle parole che le erano morte in gola.
"Ah, merda" disse infine "Benissimo, a quanto pare non posso parlare".
"... È uno scherzo?" chiese Severus. Non riusciva a capire che razza di persona avrebbe trovato uno scherzo del genere divertente, ma Lily lo fulminò con lo sguardo.
"No!" sibilò, irritata. Poi sospirò di nuovo.
"Severus, mi aiuterai?"
Lui sbatté le palpebre due volte, confuso.
"In che senso? Aiutarti come?"
Lily si scostò da lui, che si rese conto solo in quel momento di starla ancora tenendo per le spalle e la lasciò quindi andare, e iniziò a camminare in circolo, passandosi nervosamente le mani nei capelli.
"Andare al Ministero? Denunciare la mia comparsa qui? Magari gli Indicibili possono fare qualcosa al riguardo e..." si fermò, girandosi per osservarlo di nuovo "... Rimandarmi indietro?" concluse, incerta, e un lampo di dolore le passò negli occhi.
"... Oppure semplicemente questo è un sogno, e sparirò domattina con il solo atto di svegliarmi" continuò a borbottare, stavolta ferma. Infine prese la bacchetta dalla cintura che teneva in vita, e la osservò rigirandosela fra le mani "O forse..." iniziò, incerta "È un segnale dell'universo? Perché stamattina, per la fretta, ho sbagliato e preso la bacchetta di papà?"
Severus la osservava, affascinato. Se la sua storia fosse stata vera... No, non riusciva a concludere il pensiero. Era impossibile. Era magicamente impossibile. Non esistevano modi di manipolare il tempo, qualcuno l'avrebbe saputo!
Ma non riusciva neanche a formulare un'ipotesi alternativa.
Lily rialzò lo sguardo verso di lui, con una luce decisa che le accendeva lo sguardo nocciola.
"Severus" chiese, avvicinandosi a lui di nuovo, e mettendogli di nuovo una mano sul petto "Mi aiuterai?"
"Come?" chiese Severus, spaesato.
"Ho bisogno di un po' di tempo per riflettere" disse Lily, abbassando lo sguardo e corrugando le sopracciglia "Mi serve un posto dove stare" prima che Severus potesse rispondere, Lily rialzò il viso verso di lui e sorrise, divertita "Magari entro domattina scomparirò, e questo potrà restare solo un sogno un po' strano. Non so come funzionino i viaggi nel tempo".
Severus alzò un sopracciglio, nervoso e scettico.
"Non è che abiti in una magione... E ci sono i miei genitori" sputò le parole con una rabbia amara, ma Lily lo ingorò, e continuò a sorridere mentre gli cingeva il collo con le braccia di nuovo.
"Non importa, non sono schizzinosa. Useremo la Disillusione per farmi sgattaiolare dentro, okay?"
Severus cercò di scostarsi da lei e dalla sua presenza ingombrante, con scarso successo.
"Perché continui a...?" iniziò, esasperato, incapace di terminare la frase mentre la vergogna gli imporporava le guance.
"A cosa?" chiese lei, divertita e, Salazar, era malizia quella che aveva sentito..?
"Lo sai! Mi stai... Toccando" balbettò, in difficoltà
Lily sospirò ancora, affondando il viso nel suo collo.
"Perché sei reale" mormorò in risposta "Ancora non riesco a capire se sto sognando"
"Nei sogni ti piace molestare la gente?" chiese lui, acido.
Lily lo lasciò finalmente andare, fulminandolo con lo sguardo e mettendo il broncio.
"Adesso non mi dire che non sono abbastanza carina per te, Severus" disse, mettendosi le mani sui fianchi.
Severus quasi si strozzò con la propria saliva. No, il problema era decisamente l'opposto... E lo metteva a disagio.
Lily sospirò di nuovo.
"Mi aiuterai?" chiese, poi aggiunse "Forse c'è una ragione se sono apparsa proprio qui... Davanti a te".
"Vuoi dire sopra di me".
Lily scrollò le spalle, e gli sorrise di nuovo. Severus emise un verso esasperato.
"E va bene! Ti aiuterò!"
Lily alzò entrambe le mani al cielo, le dita a fare il simbolo della vittoria.
"Evviva!" esclamò; poi scoppiò a ridere, gioiosa come se non avesse nessuna preoccupazione al mondo "Mi porti a casa, Severus?" chiese infine, sempre quella luce maliziosa negli occhi.
Severus alzò gli occhi al cielo e si mise a camminare senza una parola, con lei che gli trotterellava a fianco.
***
Lily non sapeva cosa pensare.
Sembrava quasi un sogno, e in effetti c'erano stati alcuni suoi sogni che erano iniziati circa in quel modo, solo che...
Solo che la pelle di Severus sembrava così reale sotto le sue dita.
E quello che era successo, l'esplosione al Ministero... Se la ricordava. Aveva ricordi nitidi e precisi di tutta la sua vita; non si sentiva preda della confusione che talvolta l'assaliva mentre stava dormendo.
Ed eccola qui, quindi, a camminare accanto ad un giovane Severus Piton.
Merlino. Se l'avesse vista sua madre avrebbe riso fino alle lacrime.
Sin da quando era neonata, infatti, stando ai racconti di Ginny e Harry, lei era sempre rimasta affascinata dal ritratto magico di Severus Piton che i Potter si tenevano in casa. Il ritratto era il gemello di quello presente nell'ufficio della preside, ad Hogwarts, e ciò che era nato come un veloce metodo di comunicazione fra casa Potter e la scuola era diventato ben presto la sua ossesione di bambina, al punto che a una certa i suoi genitori, esasperati, avevano spostato il quadro in camera sua, con buona pace di Severus che aveva alzato gli occhi al cielo e borbottato. Come suo solito.
Lily non sapeva dire esattamente cosa ci vedesse in quell'uomo arcigno e burbero dalle risposte pungenti... Forse il fatto che solo lui le sembrasse autentico, e non la trattava con i guanti di velluto. Indubbio era che nel corso degli anni si era instaurata una profonda... Amicizia, fra i due. Una connessione.
E ora Severus Piton le camminava accanto, ed era reale.
Severus estrasse la bacchetta all'inizio di Spinner's End, guardandosi intorno con fare nervoso. La via sembrava desolata e mezza abbandonata, nessun babbano era in vista, e quindi lui la Disilluse. Lily gli afferrò poi una mano, continuando a seguirlo fino a che non arrivarono alla casa.
Spinner's End era miserabile così come se la ricordava. Intendiamoci, non che non ci stesse mettendo mano, anzi. Spinner's End era stato il regalo dei suoi genitori per la sua maggiore età - così come Jamie aveva chiesto Grimmauld Place e Al una paccata di galeoni, Spinner's End era stata anche l'unica cosa che avesse mai voluto per sé - e lei ci stava attivamente lavorando da quando aveva finito l'anno scolastico, portandosi dietro il quadro di Severus Piton per fargli vedere come procedevano i lavori, e lui che ricambiava quella gentilezza con la più strenua indifferenza, facendola ridere.
Severus la fece entrare in casa, osservandosi attorno nervosamente, e le fece cenno di stare zitta. Anche all'interno era rimasto tutto più o meno lo stesso - ai suoi tempi c'erano solo molti più libri e circa trent'anni di polvere accumulata - ma Lily si guardò lo stesso intorno con aria curiosa. Severus la spinse su per le scale e infine in camera sua, sigillando la porta con un incantesimo e mettendone uno per la riservatezza, e togliendole finalmente la Disillusione.
"Eccoci qui" annunciò, sarcastico "Come vedi, non ho molto da offrire".
La stanza era piccola, stretta e lunga. Fra il letto a una piazza e l'armadio c'era a malapena lo spazio per muoversi e, alla fine, una disordinata scrivania occupava la parete sotto la finestra con le persiane semichiuse, lasciando la stanza in penombra.
Lily sorrise.
"È perfetta, Severus" annunciò, togliendosi le scarpe, facendosi ricadere sul letto e sdraiandosi comoda, attorcigliandosi una ciocca di capelli al dito indice. Severus era rimasto in piedi, a guardarla perplesso e con una punta di panico, e Lily allargò il sorriso, maliziosa.
"Dimmi, è così che immaginavi di portare una ragazza nel tuo letto?" gli chiese, e lo sentì quasi soffocare nel cercare di darle una rispostaccia.
Un altro tempo, la stessa stanza, la sensazione di deja-vù fortissima. Un quadro appoggiato su un comodino dietro di lei, e lei che osservava il soffitto grigio, cercando le risposte a mille domande inespresse.
"Sai, Severus... Credo di essermi innamorata di te".
"Mi dispiace".
Lily rise, allegra come non mai, e si rimise seduta, battendo con la mano destra sul letto accanto a sé e invitando Severus a sedersi.
Lui, dopo un'ultima occhiataccia, le guance che ancora andavano a fuoco, si accomodò ad una ragionevole distanza di sicurezza da lei.
"Raccontami" ordinò Lily.
"Che cosa?" chiese lui, studiandola.
"Com'è la vita ad Hogwarts, in questo secolo?"
Severus le lanciò un'occhiata penetrante.
"Com'è la vita ad Hogwarts nel tuo secolo?"
Lily scrollò le spalle.
"Normale. Ci sono le lezioni, c'è il Quidditch, c'è la rivalità fra case. I professori buoni e quelli stronzi. Ah, sì, ci sono anche le feste clandestine a cui speri di essere invitato".
"... In che casa sei?" chiese ancora Severus.
"Serpeverde" rispose Lily, sorridendo "A papà è preso un colpo! Ma non poteva fare l'ipocrita, non dopo il discorsetto ad Al. Comunque il parentame è abbastanza distribuito e c'è Lucy con me, anche se ha un anno in meno. E se ho bisogno di qualcosa sgattaiolo sempre dai Corvonero, dove ci sono Al e Rose con cui passare il tempo" passarono alcuni istanti di silenzio; poi Lily gli poggiò una mano sulla sua, sul materasso "Tu in che casa sei?" chiese, gentile.
Severus distolse lo sguardo.
"Serpeverde" rispose "E non è affatto così, adesso. Essere Serpeverde significa essere marchiati a vita".
"... Oh" commentò Lily, e il suo sorriso si spense "In che senso? Che succede?"
Lo sapeva già... In qualche modo. Ma voleva sentirlo dalle labbra di Severus.
Lui si portò le ginocchia al petto e se le avvolse con la mano libera, poggiando il mento su di esse.
"Ci sono tensioni nel paese. Una guerra in divenire" iniziò a parlare "Buona parte della scuola, o del Mondo Magico, per quel che vale, guarda a Serpeverde come se fosse l'origine di tutti i mali".
Lily si avvicinò appena a lui, poggiandogli la testa sulla spalla e continuando ad accarezzargli la mano. Era in silenzio, e lo ascoltava, attenta, cercando al contempo di consolarlo, per quanto potesse.
"Nessuno sembra capire che, così facendo, noi non abbiamo altra strada da percorrere se non quella tracciata. Quando tutti ti danno del pazzo a una certa inizi a crederci davvero, no?" disse, acido.
"Ma tu non vuoi essere così?" chiese quindi Lily, incerta. Alzò lo sguardo verso di lui, scostandosi appena, e vide il dubbio nei suoi occhi. Gli strinse ancora di più la mano.
"Niente segreti, Severus" gli disse "Mai segreti, fra noi. Te lo giuro, qualsiasi cosa mi dirai me lo porterò nella tomba. E non ti giudicherò, mai".
Severus sbuffò, sarcastico.
Lily sorrise, mettendogli una mano attorno al braccio e stringendolo.
"Dopotutto potrei sparire anche domattina. Non vuoi approfittartene per sfogarti?"
Severus fece cadere lo sguardo sul suo corpo premuto sul suo braccio e arrossì; poi alzò gli occhi al cielo.
"E insomma! Un tempo ci credevo" rispose "I Serpeverde più grandi facevano promesse, sai. Dicevano che io avevo talento, e che avrei potuto fare grandi cose... Che i miei desideri si sarebbero avverati".
"E poi?" lo incalzò Lily, sussurrando.
Severus girò il volto, osservando la porta.
"... Ho perso qualcosa di insostituibile" mormorò "E ho iniziato a capire che non avrei davvero avuto tutto. Il prezzo è troppo elevato. Solo che l'ho già pagato, e non posso fare altro".
Lily rimase in silenzio alcuni istanti, fino a che Severus non si girò di nuovo a guardarla, un sorriso amaro sulle labbra.
"Dev'essere bella, la vita in tempi di pace".
Lily si poggiò con la schiena al muro, interrompendo il loro contatto. Anche lei raccolse le ginocchia al petto, e alzò gli occhi, fissando il soffitto.
"... Forse" disse. Sorrise, nervosa, lanciandogli una breve occhiata di scuse "Non metto in dubbio che qui, ora, sia più difficile, Severus, se quel che dici è vero. Ma io... Come dire, sono una figlia d'arte".
Severus alzò un sopracciglio, e Lily sospirò, tornando a guardare il soffitto.
"Mio padre è.... Famoso" incespicò, lottando con delle parole che non sembravano volerle uscire dalla bocca "Sin da quando sono nata, la mia vita è stata sotto ai riflettori. Ho una famiglia grande, vero, e ci vogliamo bene... Ma i miei parenti sono caotici, e tu devi imparare a vivere nel caos, facendo più rumore di tutti per farti notare" sorrise ancora, ma negli occhi c'era l'ombra di una sofferenza a lungo trattenuta "E, al di fuori della famiglia... Io non ho amici, Severus. Non sono mai stata brava a capire chi volesse conoscere me, Lily Luna, o chi volesse soltanto... Avvicinarsi al mio cognome" Lily, a quel punto, strinse i pugni, e i suoi occhi mandarono lampi di rabbia "E questo per quanto riguarda i ragazzi della mia età. Perché gli altri, gli... Adulti... Merlino, Severus, non sai cosa vuol dire vivere con i giornalisti assediati fuori da casa tua, e non poter neanche muovere un passo che l'intero Mondo Magico non sappia... La mia vita è soffocante, e devo sempre rispondere alle aspettative della nazione. E, per il solo fatto di essere donna, già fallisco".
"Mi... Dispiace" le disse Severus, e lei tornò a guardarlo, leggermente amareggiata.
"Se dovessi rimanere, almeno qui non sarei nessuno" mormorò "E tu potresti essere il mio primo, vero amico. Vorresti esserlo, Severus?"
"Io..." Severus abbassò lo sguardo, pensieroso "Avevo un'amica, una volta, e non è finita bene. Non so se sono in grado di essere un buon amico".
"Non importa, Severus" rispose Lily, di nuovo allegra. Si era avvicinata ancora e lo abbracciò ancora prima che lui potesse tirarsi indietro "Ma tu sei l'unico a conoscere la verità, e potresti essere l'unico a conoscermi davvero. L'universo sembra aver deciso così. Chi siamo noi per opporci al destino?"
Severus sbuffò e alzò gli occhi al cielo, scatenando la risata di Lily.
"Essere tuo amico prevede tutta questa... Intimità?" chiese, cercando di mascherare il disagio con il sarcasmo.
"Forse" rispose Lily, lasciandolo finalmente andare e, di contro, iniziando ad accarezzargli i capelli "Prometto che toccherò solo te, Severus" aggiunse, divertita e maliziosa.
"È una minaccia?" replicò lui, acido e sarcastico.
Lily scoppiò di nuovo a ridere.
"Quindi? Sarai mio amico, Severus? L'unico e migliore, quello che l'universo ha scelto per me?"
Severus alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo.
"Se proprio devo..."
"Evviva!"
Lily fece il gesto della vittoria con le mani, e in quel momento il suo stomaco brontolò in maniera indecente.
Il sole, che aveva iniziato a tramontare mentre loro due stavano camminando in direzione di Spinner's End, era sempre più basso sull'orizzonte.
"Mmmh" commentò Severus, pensieroso "Forse riesco a rubare qualcosa da mangiare dalla cucina. Aspettami qui".
Lily annuì, e Severus si alzò e scomparve oltre la porta, lasciandola sola.
Lily ne approfittò per guardarsi in giro, incuriosita. Sfiorò alcuni libri scolastici che erano impilati sulla scrivania, poi aprì l'armadio. Conteneva qualche divisa e pochi altri vestiti, ben piegati e riposti con cura. La parte inferiore dell'armadio era composto da una cassettiera e Lily aprì il primo cassetto, scoprendo diverse paia di mutande grigie e qualche calzino appallottolato.
"... Che stai facendo?"
Lily non l'aveva sentito rientrare e sobbalzò appena, il paio di boxer che le pendeva ancora dalla mano alzata, ma non perse il sorriso.
"Sexy" commentò, con un occhiolino, e vedendo l'occhiataccia rovente che Severus le stava lanciando rise e rimise apposto tutto, chiudendo cassetto e armadio.
Severus la superò, sfiorandola perché lo spazio era poco, e poggiò con forza una scatola di biscotti sulla scrivania e una bottiglia d'acqua.
"Non ho trovato altro" disse Severus, e gli uscì più acido del previsto, visto che era ancora arrabbiato. Lily lo abbracciò da dietro e lui si riscosse leggermente.
"Vanno benissimo" gli disse, poi si allungò con un braccio per prendere da mangiare. Severus si rigirò scomodamente, scocciato, arretrando contro la scrivania per allontanarsi da lei.
"Dai, Severus, non tenermi il muso" gli disse lei, dopo aver inghiottito il primo boccone "Ero solo curiosa. Inoltre, mi serve qualcosa per dormire, dopo... Puoi prestarmi una maglietta?"
Severus borbottò qualcosa sottovoce, abbassando lo sguardo e incrociando le braccia al petto.
Lily capì che si stava vergognando. Con la mano libera dai biscotti gli toccò un braccio, senza dire nulla. Quando lui ebbe il coraggio di guardarla di nuovo, lei stava sorridendo, placida e tranquilla.
"Dovrei andare in bagno" disse infine "Dove si trova?"
Severus sbuffò, e Lily si fece da parte, così che andasse a controllare la situazione fuori dalla porta.
"... Mia madre è in cucina e non penso si sia spostata" disse infine "E papà è al pub, tornerà più tardi. Quella porta lì, fa veloce".
Lily annuì, e Severus spalancò la porta, scostandosi per lasciarla passare. In meno di cinque minuti era già tornata, e vide Severus con una vecchia maglietta in mano.
"Per il pigiama" le disse, allungandola verso di lei, e Lily si fece scendere le spalline del vestito, lasciandolo cadere.
Severus imprecò, arrossendo furiosamente e alzando il viso verso il soffitto, per evitare di vedere qualcosa di compromettente. Lily rise, squillante.
Era così bello provocarlo, non ci poteva fare niente. A casa... A casa era lo stesso, più o meno, con Severus che le rispondeva sarcastico e alzava gli occhi al cielo, e stava sempre ben attento a non farsi vedere con quel piccolo sorriso che lei gli provocava, e che Lily osservava di nascosto.
"Cosa vuoi che mi importi dei tuoi drammi da bambina?" era solito ripeterle, e l'ultima volta Lily gli aveva fatto una linguaccia e si era alzata il vestito all'urlo di "Non sono più una bambina, osserva!", ma, quando aveva guardato, Severus era già scomparso oltre la cornice.
Invece questo Severus era qui.
E c'era una strana vulnerabilità segreta nel rossore che gli imporporava le guance.
Era un ragazzo e, come tale, fatto di carne e ormoni.
Lily si stava divertendo un mondo ma, lo sapeva, non avrebbe dovuto tirare troppo la corda. Sganciò il reggiseno e fece scivolare anche quello in terra, osservando con un sorriso malizioso il viso di Severus, sempre ostinatamente rivolto al soffitto; infine prese la maglietta dalle sue mani e se la mise addosso.
"Puoi guardare, ora" lo provocò "Giuro che non sono nuda".
Severus si azzardò a lanciarle un'occhiata fulminante, serrando labbra con chiara disapprovazione. La maglietta era parecchio più corta del vestito, il che era tutto dire. Lily alzò gli occhi al cielo, intuendo i suoi pensieri dalla direzione del suo sguardo, e sbuffò.
"Che tragedia, una bella ragazza mezza nuda in camera tua... Sicuro di essere normale, Severus?" ci fu una breve pausa; poi un pensiero improvviso la colse "Aspetta, sei etero, giusto...?"
Lui avvampò ancora, tornando a concentrarsi sui suoi occhi, e strinse appena i pugni.
"Il fatto che mi piacciano le ragazze non significa che ho intenzione di vedere te in particolare nuda!" sibilò.
Lily mise il broncio.
"Peccato" commentò, e vide un lampo di confusione e paura negli occhi di Severus.
Non tirare troppo la corda.
Con grazia Lily uscì dal vestito ancora ammonticchiato ai suoi piedi, e si sedette sul letto. Incrociò le gambe e si girò a fissare il muro.
"Ricambio la cortesia, dai. Prometto di non sbirciare, se ti fa sentire meglio. Puoi cambiarti anche tu".
Dopo alcuni istanti Lily sentì l'anta dell'armadio riaprirsi e sorrise. Si mosse solo quando sentì Severus sedersi sul bordo del letto e tornò a guardarlo, allegra.
"Vuoi fare le coccole per addormentarti?" chiese, l'innocenza divertita nel tono.
"No" rispose Severus, secco.
"Peccato" commentò di nuovo lei; poi si stese, dandogli le spalle e fissando ancora il muro, cercando di appiattirsi il più possibile verso esso "Farò la brava, promesso. Amici, Severus?"
Severus borbottò qualcosa di intellegibile.
"... Non ho capito".
Lily poté intuire che alzava gli occhi al cielo, e sorrise. Poi lo sentì sdraiarsi accanto a lei e, sbirciando da sopra la spalla, vide che era rivolto dall'altra parte rispetto a lei. Erano schiena contro schiena.
"... Amici, sì" concesse Severus, con riluttanza.
"Bene, allora. Puoi provare a farmi qualche domanda, se vuoi, o a raccontarmi ancora di te. Dove la mia lingua non si inceppa risponderò con onestà, promesso".
"Perché non dormiamo e basta?"
"Perché ho sempre desiderato fare un pigiama party segreto con il mio migliore amico e passare la notte a sussurarci segreti".
"Oh, Merlino. Sei quasi insopportabile".
"Non mi dire che non sei curioso, Severus".
"Uff... E va bene. Fammi pensare".
E così, mentre la luna sorgeva nel cielo, schiena contro schiena Lily e Severus passarono la notte a scambiarsi aneddoti di poca importanza, fino a che il sonno non li colse entrambi.