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Cronache di un Autunno Infestato

Summary:

E così il gioco inizia: Cuphead e Mugman sono costretti a riscuotere anime per conto di Satanasso e le Isole Calamaio sono cadute sotto l'ombra del decadimento totale.
Miss Chalice sembra sparita dalla circolazione, gli abitanti si stanno trasformando in mostri, e in tutto questo il grande Casinò del Diavolo prospera.

L'unico modo per fermare questa spirale di follia potrebbe essere la violenza... ma forse c'è qualche piccolo dettaglio che è sfuggito sia al Diavolo in persona che al suo fedelissimo Numero Uno, Re Dado.

Qualche dettaglio che porterà nuova luce su di una situazione torbida da troppo tempo: precisamente da 116 anni.

Notes:

Durante una luminosa notte di Halloween di duemila anni fa, un dio annoiato e un semidio fin troppo zelante incrociarono le loro strade...

La fanfiction fa parte della serie "Le 12 feste di Calamaio". Non è necessario aver letto le altre per fruire di questa, ma sicuramente se lo avete fatto ve la godrete di più!

(See the end of the work for more notes.)

Chapter 1: Prologo

Chapter Text

   Syrákousai, 16 Pyanepsiòn, 15 ΙΕΡΟΝΥΜΟΥ 


   (Siracusa, 31 Ottobre, 224 A.C)

 

   Il nero figuro comparve in una nuvola di fumo rosa con un "bop", proprio sulla via Minerva. 

   "Aaaaaah!" disse fra sé, stiracchiandosi. "Devi venire nel Mediterraneo per avere un pò di calduccio a Shamain! Dovrei proprio trasferire la mia base operativa su qualche isoletta tropicale, un giorno!"

   E prendendo a calcare il selciato nel cuore della notte, iniziò una tiritera riflessiva.

   "Ah, sì.. un bell'arcipelago in mezzo all'oceano! Ma quanti secoli dovrò aspettare perché questi zotici si accorgano che esista!!? Ci sono solo un pugno di mortali in quei posti, e nemmeno si spaventano quando mi vedono! Che gusto c'è?"

   E poi, strofinandosi le mani scure e artigliate con fare malvagio: "Hi hi hi..  In questo continente invece trovo pane per i miei denti..! Non sarà un fiasco come l'anno scorso! Mi ricordo perfettamente: l'ultima volta che sono stato qui ho infuso il terrore nel cuore dei poveri pastori ignari! Anche se.."

   Il nero individuo coperto di pelo, con una lunga coda demonica e lunghe corna di capro in testa, saettò da un lato all'altro della strada le iridi rosso sangue. 

   ".. non c'è un cane in giro stasera! Ma cos'è, non si rispetta più la Notte dei Morti..? O forse hanno già cambiato tradizione??"

   In effetti non c'era un'anima viva. Rimase in mezzo alla via drizzando le orecchie e attendendo un segnale qualunque. Ma passa che ti ripassa il tempo, nemmeno i grilli gli facevano la cortesia di un sottofondo umiliante. 

   C'era un bel cielo terso, però! Una bella mezzaluna, e così tante stelle in un cielo non ancora toccato dall'inquinamento né oscurato dalla brutta stagione.

   "Sta' un pò a vedere che ho beccato l'unica notte in cui fanno lo sciopero delle taverne!" si lamentò, piantando il lungo forcone d'oro per terra. E stava quasi per perdere la pazienza, quando con la coda dell'occhio colse un movimento alla sua destra. 

    Si trovava ormai precisamente in mezzo a due enormi templi, quando scorse il movimento.

   L'antico digrignò soddisfatto: forse dopotutto non avrebbe sprecato quella serata!

  Il suo intero essere divenne ombra, per poi strisciare insidioso tra i ciotoli e poi sui gradini, sino ad unirsi al freddo buio del tempio, tra le colonne alte più di venticinque metri.. 

   Sorprese la figura bassa e tonda con occhi rossi nell'oscurità, ingrandendo la sua usuale stazza (cioè un metro e settantasette escluse le corna) di due volte, e con un improvviso grugnito spettrale scoprì più denti di quanti normalmente ne avesse in bocca!!

   La figura bassa sobbalzò, sussultò, e poi...

   ..sorrise felice: "Εξοχότατε Παν!"

   "Come prego..? Ah, giusto.." miagolò l'oscuro, settando il proprio vocabolario infinito sulla lingua corretta.

   Che per comodità riporteremo in italiano, nonostante i due individui stessero discorrendo in greco antico.

   "Ovviamente tra tutti i siracusani disponibili dovevo incontrare l'unico mio adepto.." disse l'antico, riprendendo la sua forma abituale.

   "In realtà sono devoto ad Artemide!" disse l'ometto grassoccio (e ohibò.. cornuto a sua volta!) "Ma un incontro col grande Pan non è certo da tutti i giorni! Oh, ragazzi!"

   "Ah, sì. E' così che mi chiamano ultimamente.. Scusa, hai detto Artemide..?" fece l'uomo-gatto con corna di caprone, emergendo alla luce della luna.

   "Certo! Questo è l'Artemision, il tempio di Artemide, la dea della Luna!" disse quello, indicando l'enorme tempio colonnato dal quale entrambi si erano ormai distaccati. 

   "Ah, sì.. è così che la chiamano ultimamente.."

   "Ed ho portato una bella pagnotta a forma di testa di cervo!! Alla Signora del Chiardiluna piacciono queste cose!"

   "Sì, sì, adora andare a cacc- aspetta, sai cucinare?"

   "Ma certo, Signore! Il mio capo non ha mai tempo per farlo."

   "E Miss Chiardiluna apprezza la tua cucina..?"

   "Finora è sempre rimasta soddisfatta!"

   "Oh, grazie all'Oscurità! Sai, mi serve proprio qualcuno che sappia cucinare a modo per me, giù nel Tartaro!"

   "Daaah.. ha detto giù nel Tartaro..?" fece quello, un filino preoccupato.

    "Naturalmente io sono un'ottimo artista della cucina, ma.. sì, certo, nel Tartaro! Cos'è, avete già cambiato nome anche per quello??"

   "No, è che.. ehm.. mi chiedevo se fosse lo stesso Tartaro che ho in mente io! Cioé.. quella parte dell'Ade, ancora più profonda dell'Ade, in cui vanno a finire le persone malvage per soffrire in eterno..?"

   "Dunque, le anime giù di sotto da me soffrono nei cerchi. Io ho la camera da letto nel settimo, girone tre, che è quello che mi piace di più! Sai un sacco di fuoco e mura pittoresche.. E il mio trono è al sesto. Ma l'amministrazione sta quasi tutta in cima, dove in effetti è piuttosto tranquillo! Lì non ci sono imbecilli che bruciano. Forse quando dici "Ade" ti riferisci a quello..?"

    "Oh.. beh, credo dì sì!"

   "Tu staresti ovviamente lì. Di sotto scendono solo i diavoletti tormentatori o i demoni più importanti.."

   Non è che saresti disponibile per un'assunzione? Ci sarebbe un posto libero come cuoco reale, con possibilità di fare carriera.. Chissà, magari un giorno potrei promuoverti assistente personale!"

   "Oh, ragazzi!! Ma dice sul serio?!" Esultò lo strano figuro intonacato, con gli occhioni gialli ingigantiti per la gioia. "Sarebbe un grande onore per me! E sa, so fare anche il bucato, preparare le tisane, cucire.."

   "Fantastico, fantastico.. Guarda un pò cosa si trova uscendo a prendere un pò d'aria fresca! Ah, dimenticavo: io non assumo esseri umani. Troppo debolucci, non credo nemmeno reggerebbero il passaggio dall'altra parte!"

   "Non c'è problema, Signore!" disse l'altro, sollevando la tunica e mostrando un bel paio di zampe di capro belle grassocce. "Sono un fauno!"

   "Magnifico!" fece quello che al momento chiamavano Pan, battendo le mani entusiasta. "Ecco perché gironzolavi nel tempio a quest'ora! Che ci fai così lontano dall'Arcadia? Ero lì giusto l'anno scorso, ma non ho visto neanche uno di voi. Né tantomeno ninfe o graziosi ragazzi semidei.."

   "Uhhhmm.. Mi sono trasferito circa un secolo fa. Sa, ce ne siamo andati un pò tutti! La Terra non è più quella di un tempo. Praticamente solo lei continua di tanto in tanto a venire qui! Gli déi sembrano spariti persino dal Monte Olimpo.." raccontò, incamminandosi lungo la via. 

   "Hmmm.. non mi interessa un'accidenti di cosa fanno quelli.." commentò, seguendo il piccolo fauno quasi automaticamente. "Ho tagliato i ponti con loro ben prima che si appollaiassero su quella montagna a tracannare nettare e abbuffarsi di ambrosia..."

   "Certo che è proprio curioso, Signore!"

   "Che c'è adesso?"

   "Sa, non credevo che anche lei abitasse nell'Oltretomba! Tutti sono convinti che la sua casa sia nei boschi..!"

   "Perché mi piacciono i boschi!" rispose Pan, un pò seccato. "E non so a cosa tiriferisci con quell'anche. Io sono il solo Signore del Tartaro, se permetti.."

    "Oh.. mi scuso per il fraintedimento, ma sa, si credeva che foste due divinità diverse.." mormorò.

   A quel punto, l'antico essere sbottò in una tiritera alquanto isterica. 

   "E VA BENE, in effetti ce n'è un'altro lì sotto, va bene?? E non capisco come sia possibile che lo sappiano tutti, dal momento che non può fisicamente muoversi da laggiù! E non conta niente.."

   "Si calmi, la prego.. non intendevo irritarla.. soprattutto se non conta niente.." lo occhieggiò subdolo, genuinamente curioso.

   "Contava, prima, ma adesso è lì a soffrire come tutti gli altri! E non è potente come pensa la gente, non mi capacito di quest'idea balzana! C'è persino chi pensa che sia lui il Re di casa mia!! COME??" delirò, non preoccupandosi di svegliare tutta Siracusa con le sue urla. "E' piantato nel ghiaccio come una carota, ghiaccio sul quale IO ho potere e lui no! Non li dà lui gli ordini, e comunque non gli ubbidirebbe nessuno perché non ha il permesso di fare un'accidenti!"

   "In effetti è ben strano che la gente ne parli.." commentò con nonchalance il fauno.

   "Vero?? Mi fa arrabbiare in un modo..! E poi la confusione che la gente fa! Hai presente la storia della mela e del serpente..?"

   "No!" confessò il fauno, confusissimo.

   "Va beh! Comunque ero io, e per qualche ragione sono migliaia di anni che la gente pensa fosse lui! Lui è solo un galeotto nelle mie segrete.."

   "Magari c'è confusione perché era molto importante, prima..!"

   Pan abbassò le orecchie, infastidito. 

   "Hmpf! Sì, lo era.." ammise. "Ma non ha fatto niente di quel che la gente gli attribuisce. E' lì sotto perché si è incasinato con.. beh.. con gente sbagliata. Ma è successo ben prima che nascesse l'umanità. Lui non ha mai interagito con un umano vivo, se vuoi saperlo.."

    "Oooh.."

   "Dove stiamo andando, comunque?" disse, prendendo il forcone e seguendo la creatura.

   "A casa del capo! Dovrò dare le dimissioni, se comincio a lavorare per lei!"

   "Uh, se proprio ci tieni.." miagolò annoiato. "Cosa sei, il suo servo?"

   "Il suo aiutante! O il suo henchman, se preferisce.."

   "E ti chiami?"

   "Alexis, Signore!"

   "Che significa henchman.." ridacchiò.

   "Oh, ragazzi, è vero! Non ci avevo mai pensato.."

   "Ti dispiace se ti chiamo semplicemente Henchman? Alexis mi suona fin troppo importante.."

   "Oh, niente affatto! Il padron Archimede sarà sicuramente sveglio a progettare una delle sue macchine straordinarie!"

   "E...funzionano?" Chiese assai scettico l'essere primordiale, con le mani dietro la schiena.

   "Oh, sì, funzionano fin troppo bene! Lo sa, ne ha inventata una che permette ad un uomo solo di sollevare centinaia di chili! E ne sta progettando un'altra per andare da un piano all'altro di un palazzo senza dover fare le scale..!"

   "Hmmm.. Ecco, quest'ultima mi piace molto! Sai, non è che io possa sempre uscire di casa con la magia, delle volte sono costretto a fare le scale! Immagina la quantità di gradini.. Perciò dimmi, non è che per caso anche questo Archimede è un fauno? Assumerei volentieri anche lui, già che ci siamo.."

   "Daaah, no, Signore! Padron Archimede è un umano..!"

   "Hmf! Peccato: mi sembrava un tipo piuttosto utile!!"

   "Per la giusta somma può venderle qualche progetto, ma l'avviso: a lui importa solo di quello! Finché non completa un'invenzione non si preoccupa di nient'altro, nemmeno di dormire.."

   "Hmm.. E non lavorerebbe per me?"

   "Non credo, sa. E' anche un tipo molto devoto a Geronimo.."

   "Chi?"

   "Il basileo!"

   "Il cosa??"

   "Il re di Siracusa!"

   "Ah.."

   "E lei invece come mai si trova qui?"

   "Se devo essere sincero, Henchman, stavo scappando!"

   "Lei, scappare?! Da che cosa può scappare il grande Pan?"

   "Uff.. ti soprenderà sapere che anche uno come me può trovare temibile qualcosa. Nello specifico un piccolo, fastidiosissimo diavoletto che mi fa da contabile!"

   "Uuuh, come la capisco! Li odio anch'io.. E la stava infastidendo molto?"

   "E' riduttivo! Mi stava facendo una testa così perché andassi di nuovo al nord! Sai, c'è il capodanno in quei paesi, e le porte dell'Erebo si aprono, così demoni e fantasmi possono camminare sulla terra.."

   "Perché mai dovrebbe volere questo da lei?"

   "Perché ha delle fisime!" sbottò seccato. "Ogni tanto se ne esce con una scemenza assurda! Tipo quando presumeva che dovessi sempre presentarmi in forma colossale. Ed ora sono un paio d'anni che mi martella con questa storia che dovrei trovarmi una consorte!"

   "Oh.."

   "E' buoncostume sfoggiare una Regina, mi fa!" gracchiò, imitando alla perfezione la voce insopportabile del diavoletto. "Perché dice che gli altri ce l'hanno tutti! Così me la sono filata e ora cercavo qualcosa di divertente da fare, tipo terrorizzare qualcuno.. Ma non temere, gli passerà anche questa! Quando si renderà conto che può blaterare fino al dopomai.."

   "Che fisima molesta!"

   "Sì! Ma ti rendi conto? Come se avessi la necessità di riprodurmi. Sono immortale, per il Tartaro!"

   "E poi avrà già moltissimi amori, si dice in giro!"

   "Chi, io?! Pffft! Disprezzo i miei colleghi altolocati quanto loro disprezzano me! Se sparissero dall'esistenza non mi importerebbe affatto."

   Henchman lo sbirciò. "Certamente, credo che si sarebbe saputo se fossero stati amori famosi.. In realtà parlavo di ninfe, fauni..!"

   "Hmmm.. sì, ho visto molte creature parecchio graziose nei millenni.. E qualche volta ho provato a trarne.. hum.. diletto, ma non... ehm.. non ha funzionato. Così ho rinunciato." miagolò. "Francamente non capisco l'appeal di stare in coppia. Quando vedo due imbecilli perdere la testa l'uno per l'altro, mi sembra solo di avere davanti due ossessi! Credo di essere semplicemente  troppo superiore per questa baggianata dell'amore!"

   "...E quindi neanche alcun mortale, immagino!"

   "OH, PER CARITA', quelli sono utili idioti al meglio e cibo al peggio!" si raccapricciò, sporgendo la lingua per il disgusto in modo assai poco signorile. "Inoltre non ne ho mai visto uno che valga la metà della bellezza di un semidio.."

   "O di una semidea..?"

   "Di un semidio."

   "Oooooooooooooh, capisco.." Henchmen soppresse un ghignetto per educazione. Quel contabile aveva il suo bel da fare se sperava di trovargli una moglie. 

   "Per quanto riguarda me, invece, ho amato moltissime ninfe da ragazzo! Ma non direi che è un'ossessione, sa? Invece, per me è stata una cosa molto bella.."

   "Sì, ma è stato solo per dilettarti, giusto?"

   "No, Signore! Eravamo molto innamorati.."

   "E tuttavia non sei sposato.."

   "Beh, ma questa è la mia natura! Fauni e ninfe non sono amanti per la vita! Siamo fatti così! Oh, guardi, siamo arrivati.."

   "Buon per voi. Io non ho nessuna intenzione di diventare ossessionato da un tizio inferiore. Ho visto cosa succede: diventi  un'imbecille!"

   "Ma no, su, non dica così!"

   "E invece sì!" In vista dell'incontro con Archimede, con un tocco del forcone, l'Oscuro assunse l'aspetto di un comune siracusano dai capelli neri. L'età era indefinibile, ma la sua toga suggeriva una levatura quantomeno aristocratica. 

   Non aveva senso spaventare un probabile futuro strumento. "Li ho osservati bene e ho letto un sacco di racconti! Cominci a fare cose stupide e senza senso, a canticchiare e ridere come uno scemo, e non capisci più niente! Ma dico, mi ci vedi in una situazione talmente assurda??"

 

    13 Settembre 1937, Inferno di Calamaio

 

   Satanasso canticchiava e rideva come uno scemo con le mani in pasta nel suo grembiulino rosa da casalinga, giocando a rispondere a tono sulle note di una canzone inventata dal suo Primo Demone mentre entrambi gareggiavano in cucina.

   Quanto a Re Dado, questo il nome del suo braccio destro, conduceva il botta e risposta tra passi di danza talmente perfetti da far credere che la coreografia fosse studiata. 

   Ma il Diavolo ormai lo conosceva bene, quel folle genio, e sapeva che tutto era rigorosamente improvvisato. 

    Funzionava così: il demone dalla testa di dado iniziava la frase, e Satanasso la finiva con un nome di persona in rima.

   Ne venne fuori un duo giocoso e ritmato, un numero musicale che nasceva dalla loro ispirazione congiunta. Così come i dolci che stavano producendo.

 

    "Vuoi una banana..

    Tiziana?

   Vuoi del salame.. 

   Pasquale?

   Prendi del sugo.. 

   Ugo?

   Ad ogni ospite un piatto si dà!

   C'è il pomodoro..

   Teodoro!

   La casseruola..

   Mariola!

  La mortadella..

   Graziella!

   Ad ogni ospite un piatto si dà!

   C'è tutto quel che ami,

   spero che ti sazierà!

   Mi son consumato le mani,

   mangialo o ti mangerà!

   Passami il pancake..

   Mandrake!

   Metti la panna..

   Susanna!

   Ed un sorbetto,

  Carletto?

   Ad ogni ospite un piatto si dà!"

   
   Ed entrambi scoppiarono a ridere, facendo attenzione a non sporcarsi troppo con gli schizzi di glassa e panna. 

   "Oh, ma come ti vengono?"

   "Come vengono a lei, Grande S! Uh, il forno!!"

  "Accidenti, per un pelo!!" 

   Entrambi si fiondarono a spegnere l'elettrodomestico e ad aprire lo sportello, ma fortunatamente ne uscì solo un fumo delizioso.

   "Meno male! Era un pelo dei suoi a grandezza naturale!" scherzò Re Dado con un sorriso smagliante, strappandogli una risatina. 

   "A quanto pare il tempismo non lo limiti alla musica.." disse lui, tentato come non mai di chiudere quei due centimetri tra di loro e poggiarsi senza vergogna sul suo ampio petto.

 
   Sfida particolarmente insidiosa, dal momento che il maliardo se ne stava in camicia, senza gilet né giacca, con le maniche tirate su fino ai gomiti e un grembiule bianco legato ai fianchi stretti. 

   Per non parlare di quegli occhi neri, a metà tra il sognante ed il perforante. E cosa c'era di meglio di un uomo affascinante, talentuoso e carismatico? Ovviamente, un uomo affascinante, talentuoso, carismatico e simpatico.

   In sostanza, Satanasso non aveva mai visto un semidio che valesse la metà della bellezza di quell'ex-mortale. 

   "Il tempismo è essenziale in qualunque cosa.. compresa una buona torta alla zucca!" fece quello, sfornando il dolce casalingo con un paio di pattine, e facendosi da parte perché il suo Oscuro Capo infornasse i cupcake.

   "Mi sa che non c'era nel tuo elenco dell'altra volta!" 

   "Non è poi tanto diversa dalla torta di patate dolci! Ci vuole solo più ... cioccolato fondente..." 

   Satanasso richiuse il forno con un pò troppa foga, deglutendo. 

   Fino allo scorso Ferragosto era sicuro che lo facesse apposta. Perché in aggiunta a tutto il resto, quello lì più che una voce aveva un'arma elettromagnetica, e puntualmente la modulava come se dovesse ultrastimolare qualunque ghiandola fosse in qualche modo collegata con la libido. 

    Ma poi aveva fatto una bella chiacchierata con Henchman. Il suo fedele Henchman. E aveva capito che molto probabilmente quel cubico bastardo era semplicemente nato con una fortunatissima combinazione astrale di seduttività innata, e non aveva realmente idea dell'effetto devastante che aveva su chi lo circondava.

   E anche adesso, a guardarlo bene si capiva: se ne stava lì, sornione e contento, con occhi socchiusi come chi sta vivendo un'estasi personale, un sorriso sereno e mani guantate sui bei fianchi: non si aspettava alcuna reazione particolare da parte di Satanasso. 

   "Beh.. te la cavi!" riuscì a dire il Diavolo, dopo un pò. "Mezz'oretta e sono pronti! Ah, poi mettiamo la giuria in sala riunioni! Sono sicuro di stracciarti, bimbo.."

   "Mi piacerebbe moltissimo rimanere fino allo sfornamento, Grande S! Ma sa, il tempo corre! E' quasi il tramonto. Ho appuntamento coi due mocciosi al Palazzo Dado Uno, poi devo dare il cambio a Hocus Pocus!" disse lui, sfilandosi il grembiule con rammarico. "E' tutto il giorno che mi sostituisce, la gente dovrà vedere anche me.."

   Le orecchie di Satanasso si abbassarono contro la sua volontà. 

   "Ma.. il verdetto finale.."

   "Magari oggi posso chiudere il Casinò mezzoretta prima! Così facciamo anche la degustazione, che ne dice?" propose, allacciandosi il gilet e abbassando (con gran rimpianto di Satanasso) le maniche della camicia. "Pensi, faremo colazione coi nostri dolci!"

   "Ma.. così di punto in bianco..?"

   A quelle parole, Re Dado finì di infilarsi la bella giacca viola a coda di rondine e lo guardò intensamente.

   "...Mi sta dicendo che desidera che io rimanga con lei..? Anche a scapito delle anime di quei due..?"

   SI, urlò dentro di sé. Ma quello che uscì dalla sua bocca fu: 

   "NAaaaaaah, bisogna tenere d'occhio quei pidocchi! Non c'è niente che mi interessi di più della raccolta d'anime! Vai pure, caro.. Riprenderemo più tardi!" fece con un gesto casuale.

   Re Dado sorrise debolmente, un pò malinconico.

   "Sa, quello che stiamo facendo richiede molto impegno e tattica di gioco.. E detesto doverglielo rinfacciare, ma è stata sua l'idea di affidare un compito del genere a due ragazzini. Vanno sorvegliati: pensi, se il loro contratto scade e le sfuggono di mano.."

   "Sì, sì, lo so, ma.. Se non facevo così dovevi occupartene tu, visto che non posso più entrare e uscire dall'Inferno senza ascensore! E già hai poco tempo da dedicarm-HUM!!-dedicare alle esibizioni, perciò.."

    Re Dado sorrise. 

   "Facciamo così: chiudo un'ora prima, alle cinque di mattina! E' l'orario perfetto per un caffé e una fetta di torta! Che ne dice?"

   Satanasso fece sparire il grembiule con uno schiocco di dita, incrociando le braccia sul petto con fare seccato. "Hmf.. suppongo che sia ok.."

   "Posso cantare la canzone che abbiamo composto, al casinò?"

   "Pfff! ma dai, quella sciocchezzuola? Dici che piacerà alla gente..?"

   "Sta scherzando?! E' una bomba! L'ho immaginata subito con la base musicale sotto! Oh, ho sempre sognato di creare qualcosa insieme a lei e questa.. questa.."

   Guardò la tavola piena di tartine, mousse e pancake colorati, commosso. 

   "E' stata una bellissima giornata, Grande S! Grazie, grazie di cuore! Mi mancava tanto una cosa del genere!"

   Sotto il pelo nero, il Diavolo arrossì di piacere, ma come era solito fare ingoiò le fusa e sfoggiò nonchalance, permettendo che solo le pupille dilatate costituissero una traccia di quanto stava accadendo dentro il suo petto.

   "Mancava tanto anche a me, caro.."

   "Peeeeermesso!! Wow, che profumino!! E' giusto l'ora del té!" fece baldanzoso Henchman, ora nelle sue apparenze di diavoletto viola, arrivando dal cucinotto con un carrello carico. "Un earl grey per lei, Capo, e un Jimmy McCollins per il signor Re Dado! Ci ho messo dentro-"

   E si interruppe, perché nessuno dei due lo stava ascoltando. Guardò prima Satanasso e il modo in cui fissava Re Dado, poi Re Dado e il modo in cui fissava Satanasso, dopodiché sfoggiò un ghignetto furbastro. 

    "OOOOOOOOOOooooooooooooohhh, ragazzi... Ho interrotto qualcosa..?"

   "NO! No, assolutamente, Henchman!! Stavo proprio per andare!! AHEM!!" Re Dado, riscuotendosi dalla trance, ingollò il cocktail con un poderoso "GULP".

   "Hey, piano! Le darà alla testa.." disse più per gentilezza che per altro. Difficile che un cocktail leggero come quello impattasse su un uomo della sua stazza a meno che non fosse astemio.

   "Macché, tanto non devo guidare! Una volta a Palazzo Dado, prendo un taxi! Se arrivo al Casinò con la Limousine, la Cadillac o il Mercedes non mi lasciano più arrivare all'entrata!" disse quello, e con una piroetta studiata sparì in un misterioso buco nero nel soffitto, che si aprì e si richiuse al suo passaggio. "Adios!!"

   Henchman sorrise cospiratorio all'indirizzo del suo Capo. 

   "Allooooooooora, avete cucinato un sacco..?"

   "Tsk! Se n'è andato sul più bello.." sospirò lui, poggiandosi sul tavolo e rigirandosi una crostatina di mele. 

   Henchman versò una tazza di té. "Beh, il tempo vola sempre quando ci si.. diletta, non è vero, Capo..?"

   "Fingerò di non aver colto la sfumatura tra le righe, Henchman!" Bleffò spaventosamente, afferrando a naso in sù la tazza di liquido caldo. 

   "Non ci sarebbe nulla di male.." provò ad azzardare il diavoletto.

   "Cosa ti fa pensare che quell'accrocchio di grazie divine valga la mia attenzione a quel livello?"

   La domanda era uscita talmente falsa che Henchman non si sforzò nemmeno di nascondere la sua espressione scettica. Tuttavia, essendo dotato di un incommensurabile buonsenso, educatamente, rispose: "Non mi permetterei mai di insinuare nulla del genere, Capo.. Però, se fosse, non ci sarebbe nulla di male.."

   Satanasso sorbì il suo té con una solennità quasi comica. 

   "Henchman, tu sai che cosa le relazioni hanno in comune con le battaglie..?"

   "Oh, certo, Capo: sia in amore che in guerra tutto è lecito!"

   "Sbagliato." disse, poggiando la tazza sul piattino. "In entrambi i casi, se lasci intravedere il tuo punto debole sei spacciato."

  Henchman rifletté sulla cosa, poggiando il bicchiere da cocktail vuoto sul vassoio, tra i sorseggi rumorosi del suo capo.

   "In guerra è normale avere paura del nemico, però.. La guerra si fa per uccidersi! In amore non si dovrebbe avere paura.."

   "Non avere paura è da sciocchi!" sentenziò, fissando la propria immagine nel liquido esotico. "Quella roba lì, l'amore, è l'arma più letale e distruttiva che io conosca! Dalla in mano a qualcun altro, e il potere che avrà su di te sarà spietato!"

   Henchman fece finta che il rapporto tra i propri trascorsi amorosi e quelli del suo boss non fossero 460 a 0, e laconicamente sospirò provando a immaginare come dev'essere il mitico "Vero Amore" che solo pochissime creature nell'universo potevano sperimentare. 

   Forse, pensò, se non fossi nato fauno, avrei avuto un pò di paura anch'io..

 

CONTINUA..............

Chapter 2: Perduti nel bosco

Summary:

Abbiamo visto il fronte demoniaco. Ma come stanno i nostri ragazzi?

Notes:

Mi scuso per la lenta pubblicazione dei capitoli, ma questa fic ha bisogno di cure particolari: in parte perché riprende gli eventi del gioco, in parte perché devo aggiungere un sacco di lore. E in parte perché quei due cretini di demoni sono dei veri e propri impediti in amore.

(See the end of the chapter for more notes.)

Chapter Text

   Se c'era una ricorrenza sulle isole Calamaio che avrebbe dovuto meritare più amore, quella era Halloween. 

   Uno potrebbe pensare: come? Un'arcipelago composto di gente mostruosa ibridamente composta di parti umane e inanimate, o con caratteristiche animali, in cui per giunta imperversa da secoli il Diavolo in persona, come può non dedicare abbastanza festeggiamenti alla giornata più spaventosa dell'anno?

   Beh.. diciamo che gente mostruosa o no, Satanasso era sempre il Diavolo. E la notte di Halloween era l'unico momento dell'anno in cui demoni, fantasmi e diavoletti potevano scorazzare liberamente sulla terra senza dover ubbidire a particolari leggi astrali. 

  Di conseguenza, per assurdo Calamaio era l'unico posto sulla faccia della terra in cui si festeggiava Halloween barricandosi in casa alle 4 di pomeriggio ed esponendo ogni sorta di talismano protettivo sulle porte e le finestre, incluse le famose Jack'o Lantern.

   Ciò non significava ovviamente che mancassero i coraggiosi: per chi amava il brivido e aveva il fegato di uscire di casa, e magari fare pure dolcetto o scherzetto, la notte di Halloween era la più spassosa e terrificante esperienza di sempre.

   Certo, il rischio di non tornare a casa affatto era piuttosto alto, ma l'esperienza accumulata durante la pericolosa missione la valeva tutta, la pena. Sapendo ciò, durante il resto della giornata i negozianti e i locali non rinunciavano a vendere prodotti tipici, fare piccole dimostrazioni in piazza, proiettare film dell'orrore e proporre pranzi a tema.. tutto, tranne che rimanere sulle strade oltre il calare del sole. 

   Tuttavia,  qull'anno si presentò più di un problema, in aggiunta ai soliti previsti orrori. 

   Tutto cominciò a Settembre, quando i contadini si accorsero che le loro zucche stavano diventando piccole e rinsecchite come noci. E va bene, magari si poteva imputare la colpa alla siccità.

   ..se non fosse per il fatto che il maltempo stava causando temporali inquietanti con piogge torrenziali (con tuoni fragorosi seguiti da sinistre risate acute) su tutta Isola Calamaio Uno, la stessa in cui si trovavano la maggior parte dei campi coltivabili.

   In effetti i contadini avevano paura persino ad avvicinarsi alle distese fiorite, millantando di un abominevole girasole assassino alto più di tre metri pronto ad impallinare (ed impollinare) qualunque stolto si avventurasse nelle sue zone.

   La gente cominciò addirittura a prediligere i sentieri dei boschi alle strade aperte.. fino a che coloro che si avventuravano in mezzo agli alberi da una parte della foresta cominciarono a non uscire più da quella opposta.

   Ormai gli abitanti di Isola Calamaio Uno vivevano totalmente isolati, i campagnoli separati dai cittadini da un'inquietante spazio pieno di minacce misteriose, e quel che era peggio, chi viveva attorno al ponte di confine non aveva altra scelta che cambiare isola per poter divertirsi un pò. 

   Questo perché persino dal ristorante galleggiante di Crick e Croack cominciavano a pervenire voci strane riguardo al comportamento fin troppo violento dei due manager.

   Ma indovina un pò...? Proprio quando cambiare isola divenne una necessità, spuntò un'enorme palazzo a forma di dado rosa da casinò proprio nello stesso luogo dove il giorno prima si trovava il ponte. Occorreva pagare una carissima tassa per poter passare. 

   Porkrind aveva saggiamente deciso di starsene fermo a Isola Uno per un pò. Ma da dietro al loschissimo bancone dei suoi loschissimi affari, osservava la situazione in silenzio.. compreso il calo di spocchia dei fratelli Cuphead e Mugman. 

   Da parte di un estraneo sarebbe stato difficile a dirsi: all'apparenza i due ragazzini si comportavano come al solito, uscendo di tanto in tanto a giocare nel prato di fronte a casa, passeggiando per la città nel weekend, e una volta o due fu pure possibile vederli entrare nel cinema per la nuova uscita mensile.

   Ma per chi li conosceva bene, il cambio di rotta del loro comportamento era a dir poco preoccupante. 

   Non li si vedeva mai per più di un'oretta al giorno alla luce del sole - due, nel caso del cinema -. Non venivano più in città da soli, ma tassativamente accompagnati da Nonno Bricco, e prelevati di nuovo nel breve termine prestabilito. E quel che era peggio, non sembravano lamentarsi della cosa

   Porkrind più di chiunque altro si era insospettito della faccenda, dall'interno del suo emporio mobile che tutto vendeva fuorché articoli a norma di legge. Era abituato a subire ogni sorta di calamità naturali e non praticamente ogni settimana a causa di quelle piccole pesti, e vederli improvvisamente così contenuti lo inquietava oltre ogni dire. Specialmente quando quel 13 di settembre si presentarono alla porta del suo emporio, entrando silenziosamente ed educatamente, senza risi né sorrisi. Porkrind si era preparato per un'assalto di richieste di dolcetti di mele, uva e fiori di zucca, ma nulla di tutto questo sembrava interessare i due pidocchi. 

   "Hey, Porkrind!" Lo salutò Cuphead, piatto come un vinile. 

   "O avete avuto una giornataccia, o ne avete avute parecchie." concluse facilmente il maiale antropomorfo, sistemandosi la benda sull'occhio destro. 

   "Ne è bastata una che ne ha rovinate parecchie.."

   "Lungi da me preoccuparmi della vostra salute, impiastri! Ma non vi si vede fare malanni da troppo tempo per non pretendere una spiegazione! Hmmm.. vediamo: il nonno non è morto, perché lo vedo sempre scarrozzarvi avanti e indietro!" 

   "No, nonno Bricco sta bene!" mugugnò Mugman.

   "Ma la vostra amichetta ha avuto un'incidente, giusto..?"

   "Non vediamo Miss Chalice da un pò, ma lei non c'entra..!"

   Porkrind ricambiò lo sguardo progressivamente isterico dei ragazzini, poggiato con un gomito sul bancone. "Perciò non siete venuti a pretendere gli ingredienti per la perfetta frittella alle mele..?"

   Il naso rosso di Cuphead premette contro il suo grugno con un'aggressività eloquente. 

   "Senti, maiale! Taglia con le domande, non abbiamo tempo da perdere in spiegazioni!"

   "Scricciolo, vedi di abbassare i toni se non vuoi che la tua tazzina si trasformi in..!" E lì finì la minaccia, perché due cose avevano colpito la sua attenzione. Una erano le dita a pistola della destra del ragazzino, puntate contro il suo pancione rotondo.  

   Normalmente non sarebbero assolutamente state un problema, visto che correntemente la destra di Porkrid era munita di una vera pistola, e puntava dritto alle budella del ragazzo. 

   No, quello che lo preoccupava era l'altra cosa che aveva notato: gli occhi. 

   Intendiamoci: non c'era nulla di terrificante nel faccino a forma di tazza di Cuphead, né nel tono pretenziosamente minaccioso e tantomeno nell'adorabile impegno che ci stava mettendo a suonare tale. 

   Porkrind aveva visto dei volpini nani spitz molto più preoccupanti e spaventosi tentare senza successo di mordicchiargli la scarpa fissandolo con gli occhioni strabici dal basso dei loro 15 cm. 

   Inoltre sapeva perfettamente che Cuphead non era un ragazzino mentecatto, e che sicuramente sapeva che un paio di dita a pistola non sparano davvero.. Eppure quelli erano gli occhi di uno che aveva in mano un'arma da fuoco, e non aveva nessun timore di usarla.

   Porkrind viveva nelle Isole Calamaio da un bel pò di tempo: se un ragazzino di tredici anni faceva una cosa talmente assurda con così tanta sicurezza probabilmente non era il caso di tirare la corda. 

   In un luogo in cui le persone sono più simili a degli oggetti che a degli esseri umani, delle volte bisogna considerare che l'apparenza può essere l'improbabile specchio della realtà.

   "Cos'è che volete, signori?" chiese senza scomporsi minimamente, rinfoderando la pistola.

    "Ci servono armi! Armi e protezioni." disse Cuphead, togliendo le dita dal suo pancione.

   Porkrind non fece una piega. 

   "Avete delle preferenze..? Revolver, carabine, mitragliatrici.."

   I due fratelli si scambiarono un'occhiata.

   "Ehm.. no, non cose convenzionali.. vorremmo sapere se vendi della roba un pò strana. Tipo magica, per dire.." azzardò Mugman.

   E di nuovo, Porkrind rimase impassibile. 

   "Non è che abbia un grande assortimento al momento. Magari se passaste tra un mesetto o due.."

   "No, ci serve ora!" fece Cuphead, visibilmente allarmato. "Per favore...?"

   Ok, chiaramente una valanga di cose non quadravano. Ma non erano affari di Porkrind, che si limitò a sistemare le bretelle e a chinarsi sotto il bancone per estrarre uno scatolone consunto. 

   Da questo estrasse diversi oggetti strani, con la flemma di un esperto di fucili che espone la sua collezione ai curiosi.

  Era una misura necessaria da parte sua: il commercio di artefatti magici era considerata un'amenità nelle isole Calamaio, in quanto rimandava ideologicamente alle pratiche del Diavolo, ben attivo nella zona da secoli. 

   Sul bancone ora si trovavano quattro oggetti particolari. 

   "Questo vi proteggerà da un qualunque tipo di assalto violento, ma solo per una volta!" spiegò, mostrando con voce grugnante e atona una specie di medaglia a forma di cuore, con un nastro a strisce verticali blu e rosse. "Parlo di attacchi violenti di natura insolta, quindi non pensate di utilizzarla come giubbotto antiproiettile. Vi può ridurre i danni generici di un pochino, ma non contateci per salvare la pelle!"

   Quindi sollevò l'oggetto successivo. 

   "Questa invece è una sorta di bomba fumogena, ma non funziona nel modo che pensate. Se l'avete con voi e vi muovete velocemente, si attiverà da sola e vi renderà invulnerabili ad un assalto, sarà come se l'avversario non vi vedesse. Ma se state fermi non varrà nulla."

   Poi sollevò un bottigliozzo di colore rosso con una strana etichetta sopra. 

   "Se bevete questo e potete già ferire qualcuno con un'arma magica, il danno sarà triplicato. Ma dovete essere molto vicini al nemico, non funziona se state a più di cinque passi da loro."

  Infine estrasse una bella bottiglia verde lime. 

   "Questo invece vi permette di usare armi magiche in modo molto mirato, e anche a distanza, ma non fa molto danno. Entrambe le pozioni hanno una durata di qualche minuto"

   Porkrind poggiò entrambe le manone sul banco. 

   "Allora? Lorsignori desiderano qualcosa per i loro onesti affari?"

   "Sì! Vogliamo tutto, se non ti dispiace!" risposero in coro. 

  Porkrind socchiuse arcigno l'unico occhio libero. "Allora dovete sborsare un bel pò di sacchi!"

   "Uhmm.. un bel pò quanto sarebbe..?" 

   "Diciamo che se prendete tutto il pacchetto, posso farvi uno sconticino." disse quello lisciandosi i baffi neri. "Non meno di 140$ però!"

   "140$???" I fratelli sobbalzarono così forte che le loro teste-tazze lasciarono le loro spalle di almeno un metro. 

   "Oh, via, via! Vi chiedo una miseria. 40$ per ciascun arma, 30 per le protezioni, se le volete a parte.."

   "No, tu non capisci!!" urlò Cuphead, saltando sul bancone a pié pari. "Non abbiamo tutti questi soldi!! E queste cose ci servono ORA!!" 

   "E a me servono i soldi. Prendere o lasciare."

   "Per favore, non puoi venirci incontro?" Lo supplicò Mugman a mani giunte, mentre Cuphead tentava nuovamente di sembrare minaccioso. "Ne va delle nostre vite.."

   "Ma come, non siete diventati ricchi al Casinò del Diavolo?" li sbeffeggiò senza pietà.

   "Noi... abbiamo aspirazioni più alte, nella vita!" mentì spudoratamente Cuphead, visibilmente colpito nel segno. 

   Porkrind, col cuore di pietra, lisciò pensoso i bordi grassi del suo doppio mento. "E vi serve nell'immediato.."

   "SI!! Il più immediato possibile!!!"

   "Bene. Allora sentite qua: che ne dite di un lavoretto pulito in alternativa..?"

   "Non abbiamo tempo da perdere coi lavoretti puliti!" dichiarò Cuphead, puntando le dita. "Dobbiamo già fare un lavoro molto sporco! Dacceli a credito o..!!"

   E stavolta fu il turno di Cuphead di abbassare la cannuccia che aveva infilata nel liquido latteo della sua tazza, perché il grosso martello materializzatosi nella grossa mano di Porkrind puntava pesantemente sulle preziose provviste.

   "Francamente preferisco distruggerli qui, piuttosto che fidarmi di due mocciosi squattrinati come voi. O il lavoretto, o i soldi. Poche balle!" grugnì. 

   "Grrr!! Acci.." mugugnò Cuphead, scendendo dal tavolo. "Va bene, cosa vuoi?"

   Dilettanti, pensò Porkrind con un ghigno.

   "Dunque, sembra che ci siano delle difficoltà ad attraversare il bosco, ultimamente. Si parla di gente strana, gente violenta, capite..?"

   "Capiamo fin troppo bene.." dissero quelli sconsolati. 

   "Eppure tra un paio di mesi sarà inverno! E sarà un pò difficile fare scorte di cibo, con questi problemucci in giro! Mi servono quattro o cinque quintali di ghiande per stare tranquillo nei mesi freddi. Direi che è un compromesso onesto!"

   "Onesto un corno!! Ci metteremo una vita!!" Protestò Cuphead, al colmo della frustrazione. "Non abbiamo così tanto tempo.."

   "Non è un problema mio! E poi, potete sempre portarmene un pò alla volta! Un oggetto al quintale circa. Non ditemi che non vi sto aiutando.." disse l'enorme maiale antropomorfo, poggiandosi al banco. 

   I ragazzi abbassarono le spalle, sconfitti. 

   "E va bene, ti porteremo le ghiande.. ma sei un tirchiaccio!"

 

.............................................................................................

 

   Appena messo piede fuori dall'emporio mobile, Cuphead si beccò uno scappellotto. 

   "Ahi!!"

   "Brutto scemo, puntare le dita così alla gente! Porkrind non ha fatto niente!" 

   "Ha fatto fin troppo, per colpa sua rischiamo di perdere le nostre anime!" Protestò Cuphead, massaggiandosi la nuca dolorante. 

   "Lui non sa un'accidenti dei nostri affari, per colpa tua che non hai voluto dirglielo!"

   "Certo! Meno gente sa, meglio è!"

   "Perché mai! Me lo vuoi dire, sì o no?" disse esasperato, seguendo il fratello verso il fitto del bosco. 

   "Ma è ovvio, Mugsey! Secondo te perché Cup-Roger tiene segreta la sua identità?" dicendo questo, Cuphead estrasse dalle bretelle rosse il suo fumetto dei supereroi preferito.

   "Non ne ho idea: nei miei libri, Mugbeard non si vergogna di quel che fa! Non mette una maschera!"

   "Cup-Roger non lo fa per vergogna!" disse arrotonando il giornaletto e restituendo lo scappellotto di prima. "Lo fa per proteggere se stesso e i suoi cari! Se qualche supercattivo lo cogliesse a guardia abbassata mentre è in abiti civili, o attaccasse qualcuno che ama, avrebbe un vantaggio sconsiderato! 

   Ah, Mugsey.." disse, indicandogli un fiore che solo i loro occhi vedevano di un colore rosa fluorescente, ma che per tutti gli altri calamaiesi era una comunissima rosa canina su una scarpata di terra alla loro destra.

   Mugman effettuò un salto assolutamente anomalo persino per il più atletico dei ragazzini, e nell'eseguire una capriola in aria schiaffeggiò il fiore, che sparì in uno sprazzo di scintille magiche. 

   "Va meglio adesso?"

   "Sì, molto meglio, grazie! Ho un pò recuperato.." disse Mugman, tornando a terra. "Quindi non possiamo dire nulla sul fatto che.."

   "Che siamo due agenti riscossori di anime per conto del Diavolo, che lo facciamo per salvarci la pelle, che Nonno Bricco ci ha fatto bere una pozione magica ed ora possiamo usare la magia, che solo noi vediamo gli oggetti magici nascosti nelle isole, che entro stasera dobbiamo andare a Palazzo Dado per la nostra prima consegna?" disse Cuphead, aprendo il giornaletto ed estraendo una sorta di papiro compilato e firmato. "Assolutamente no."

   Mugman gli prese di mano il Contratto dell'Anima, e mentre il fratello procedeva a sparare con le dita dei proiettili rosa ad una grossa pianta nera a punti gialli zannuta, lesse le firme dei creditori:

   
  Contratto dell'anima:

   Sulla rinuncia alla propria anima 

   mortale del seguente gruppo di persone:

   Sal Spudder, Ollie Bulb, 

   Chauncey Chantenay, Horace Radiche, 

   in favore del Principe delle Tenebre,

   causa perdita al gioco d'azzardo. 

   Ufficio del Diavolo,

                           Firmato:                  Re Dado

                                                          Satanasso

 

   
   "Hey, Cuphead?"

  "Sì, Mugman?"

   "Non trovi anche tu un filino sospetto che un Contratto dell'Anima porti anche la firma di Re Dado, insieme a quella del Diavolo?"

   "Hmmm.. no, perché?"

   "Come perché?" chiese incredulo il fratello. "Se ha firmato anche lui, significa che collabora con Satanasso!"

   "E allora? E' esattamente quel che stiamo facendo anche noi! Uh, guarda, delle ghiande..."

   "Sì, ma.."

   "Mugsey, Re Dado è il manager del Casinò!" disse Cuphead, materializzando una sacca di energia biancastra dalle sue dita. "E questi qua hanno perso l'anima giocandosela lì, come abbiamo rischiato di fare anche noi! E' ovvio che ci voglia il suo consenso scritto.."

   "Io non lo trovo così ovvio..!"

   "Dammi una mano, piuttosto!"

   "Ma che facciamo, gliele portiamo così le ghiande? Se vogliamo mantenere il segreto, ci converrà presentarci alla porta di Porkrind con una sacca magica?? Si insospettirà!" disse, chinandosi a fare incetta dei preziosi frutti.

   "Non ci presentiamo con la sacca: gli sbattiamo le ghiande davanti alla porta e ce la filiamo a prenderne altre! Poi si arrangia lui a raccoglierle da terra!"

   "Giusto.."

  E così, questa era la nuova vita dei due sfortunati fratelli, che fino ad Agosto era stata per lo più spensierata o all'insegna di avventure assai meno perigliose. 

 

...................................

 

   Fu così che quella sera si ritrovarono per la prima volta a Palazzo Dado Uno, lo sfarzoso edificio a forma di dado costruito proprio sul ponte al confine tra Isola Uno e Due. 

   Arrivarono in simultanea ad un camion dei trasporti, guidato da un calamaiese a forma di cetriolino con un cappellino da lavoro troppo grosso per la sua testa. I due fratelli lo osservarono curiosi mentre scendeva gli alti gradini del veicolo, la parte superiore dei suoi occhi nascosta dal cappello. 

   " 'Sera!" li salutò atono. 

   " 'Sera.." risposero incerti. 

   "Voi due siete i garzoni..?"

   "Eeeeh più o meno!" Cuphead fece spallucce. "Cosa vuoi?"

   "Consegna per il Signor Re Dado! C'è da portar dentro parecchia roba, datevi da fare!"

   "Ma..!" cominciò a protestare Mugman.

  "Che roba è? Roba di lusso?" 

   Ma il cetriolino non rispose: si era già spostato sul retro del camion per aprire le grandi ante, e stava procedendo ad abbassare la rampa, quando una splendida e familiare voce li raggiunse. "Aaaah, eccoli qui i miei bravi cacciatori! Puntualissimi, come da accordo, vedo!" 

   I due fratelli (e il cetriolino) sussultarono l'uno di sorpresa, l'altro di eccitazione, mentre il carismatico manager del Casinò si avvicinava a passo fluente. "Auspico che questo non sia una visita di cortesia, e che siate tornati con la consegna, per il bene di tutti..!"

   "Consegna effettuata in tempo record, signore!!" si intromise il cetriolino schizzando davanti ai fratelli, con gli occhi talmente fuori dalle orbite da spuntare oltre il bordo del cappello. (E il Signor Re Dado dovette effettuare una giravolta particolarmente acrobatica per evitare la mano porta amichevolmente dallo sconosciuto). "Mobili, quadri, tappezzeria.. tutto quanto in elenco in ottime condizioni signore!!! Posso avere un'autografo, signore..?"

   La scarpa di Cuphead spinta con forza sul suo naso lo separò dalla star. "LEVATI, c'eravamo prima noi!" e poi, tutto fiero e ammiccante: "Signor Re Dado, abbiamo... la roba buona!!"

   Un silenzio di glaciale tensione scese tra i tre sfortunati astanti, con il cetriolino che si mise a fissare con aria un pò giudice l'irrigiditissimo showman e manager del Casinò. 

   Lo scappellotto di Mugman scompose la posa ghignante in cui Cuphead si era piantato.

   "Va bene, va bene, calma!! Che sta succedendo, chi Diavolo sei tu?" si ricompose Re Dado, scrutando lo sconosciuto.

   "Mr. Pickle, signore!! Si ricorda della consegna da Ivory Town? Un mese fa circa, le disposizioni del comune.. lei risulta essere l'erede più prossimo in vita!" spiegò quello, con zelo. "Aveva detto di recapitare tutto a Palazzo Dado Uno, perché King Manor era già arredata a sufficienza.."

   Sul viso quadrato di Re Dado, le nubi del dubbio si dissiparono in un sorriso smagliante. 

   "AAaaaah, ma certo! Che sbadato.. Che coincidenza, proprio oggi!" rise, battendosi giocosamente la fronte col palmo della mano. Poi, rivolgendosi ai fratelli: "Ragazzi, date una mano al signore, qui: c'è un pò di roba da portare in casa!"

   E per maggior misura, emise un fischio musicale composto di cinque note, due alte  e tre basse: e in pochi secondi, due servitori a forma di carta da gioco (un due e un tre di fiori) corsero fuori dal portone rosso, pronti a dare una mano al trio.

   "Ehm.. come sarebbe? Dobbiamo fare anche i fattorini, oggi?" protestò Mugman, beccandosi indietro lo scappellotto dal fratello.

   "Suvvia, Mugsey! Impara a differenziare la gente!! Si tratta di Re Dado, non di quel maiale di Porkrind!" fece, tutto carino e sorridente. "Ma certo che ci rendiamo disponibili! Faremo in un attimo!!"

   E sotto lo sguardo compiaciuto e vigile del malizioso showman, i cinque cominciarono a portare oltre la grande porta del palazzo una decina di oggetti fra vecchi mobili affascinanti, quadri, un tavolo da biliardo e qualche soprammobile esotico.

   "Sapete, è una gran fortuna aver trovato qualcuno qua davanti!" disse il sgnor Pickle, sistemando l'ultima statuetta esotica su di un antico mobile coloniale. "Quando mi hanno detto che avrei dovuto consegnare nelle Isole Calamaio, non mi sentivo tanto sicuro a viaggiare da solo! Circolano strane voci, sulla terraferma.. in effetti non vedo l'ora di tornare sulla nave!"

    "Strane voci..? Che voci?"  sussultò Re Dado, distraendosi dal quadro davanti al quale era incantato da un pò. 

    "Voci riguardo ai mostri, signore!" fece quello, tremando di paura. "E' qualche giorno che arrivano strane segnalazioni al Comando di terra..!"

   Re Dado scacciò l'aria muovendosi con ipnotica grazia, come al solito. "Pffft!! Rassicurati, amico! L'unica cosa davvero terrificante su queste isole è il Diavolo! O la bestia Cala Maria, per quello che vi concerne.. Ma non mi sembra che finora abbiate avuto difficoltà coi rifornimenti, dico bene, ragazzi..?"

   "EEeeeeehhhhmmmm..." fecero Cuphead e Mugman, col muso lungo fino al pavimento. 

   Re Dado scorse lo sguardo tra le loro facce preoccupate, l'espressione terrificata del signor Pickle, e le occhiate allarmate dei suoi due servi.

   E gli sparì di nuovo il sorriso.

   "..............Ragazzi..?"

   "Magari qualche mostro diciamo che c'è..!"

   "..Forse!"

   "BBrrrr!! La prego, firmi la consegna!!" lo supplicò il signor Pickle, al colmo della paura, porgendogli carta e penna.

   "Va bene, va bene!! Ecco fatto. Adesso sciò, devo chiarire una cosa con i fanciulli!" disse seccato, scarabocchiando una firma svolazzante in modo sbrigativo.

   "Certo, signore! E' stato un piacere, signore!!" squittì l'ometto, sgambettando verso la porta. E poi fra sé: "Uhuh.. conterà come un autografo..?"

   "Molto bene, cari i miei scommettitori sfortunelli" fece l'elegantissimo padrone di casa dall'alto della sua figura imponente, non appena sentì il portone richiudersi. "Che succede..? Ce l'avete o no, il contratto..?"

    "Ce l'abbiamo, ma è successa una roba strana!" spiegò Cuphead, mentre il fratello porgeva il contratto arrotolato al manager, che lo controllò immediatamente con aria sorpresa.

   "Santo Luigi, l'avete preso davvero.. uh? Roba strana, dite?"

   "Sì! Il Pacchetto Radici aveva qualcosa che non andava!" 

   "Poteri!" spiegò Mugman. "Poteri strani, che prima non avevano!"

   "Ma di che Diavolo state parlando..?"

   "Specialmente Chauncey, la carota!" continuò Cuphead. "Chauncey era un buono a nulla, sapeva solo ciucciare acqua e rubarla alle nostre piante! E oggi, invece.."

   "..oggi aveva degli strani poteri psicocinetici! Si strofinava le meningi così, e gli occhi gli giravano e gli brillavano!" disse Mugman, imitando il gesto e ruotando gli occhi follemente. "E poi faceva volare tutte le cose! E sparava raggi distruttivi dagli occhi..!!"

   "UN MOMENTO, un momento, ragazzi..." ridacchiò il manager, tenendosi la fronte. "Non serve che esageriate! Vi assicuro che avete già fatto un lavorone portandomi il contratto in tempo! Il che è già di per sé sorprendente.." fece dubbioso, controllando il contratto ancora una volta.

   "Ma è la verità!!" urlò Cuphead, con un pò troppa foga, facendolo sobbalzare. "Non hai idea delle -ahem- sberle che abbiamo dovuto dargli per riuscire ad avere il contratto!!"

   A dire il vero erano state molto più che sberle, ma Cuphead si era imposto di non parlare dei loro poteri speciali nemmeno con la persona che ammirava di più. 

   "Ragazzi, sono consapevole dei disordini che ci sono in giro.. è per questo che esistono i Palazzi Dado, sapete? Per mantenere ordine in una situazione di caos..!" spegò il carismatico showman, dimostrando tra le altre tecniche culinarie un'invidiabile abilità nel rigirare le frittate. "Ma chiamare mostri dei poveri diavoli come voi, che hanno solo fatto il vostro stesso errore.."

   "Ma lui non era affatto arrabbiato o impaurito: sembrava posseduto!!" insistette Cuphead.

   "Un mostro, davvero! E ghignava maleficamente!!"

    "Anche gli altri due facevano cose strane, ma lui era terribile!"

   Re Dado ascoltò quelle strane testimonianze grattandosi la testa cubica, e per la prima volta nella sua longeva esistenza si rese conto che qualcosa di cardinale gli stava sfuggendo.

   "Beh, che dire, questo è... peculiare, ragazzi! In effetti potrei chiedere spiegazioni al pezzo grosso, che ne dite?" sorrise affabile. "Anzi, sapete cosa? Vado subito.. ho un sacco di cose da fare al Casinò..!"

   "Aspetta!!!"

   Cuphead osò afferrare con ambo le mani un lembo di giacca viola del manager, completamente ignorando l'ombra di follia omicida che gli passò sugli occhi (per un attimo cambiati in un luminoso verde chiaro) e il pugno serrato portato dietro alla schiena in una prova di controllo inumana. 

   ".................sì?" chiese con un ghigno gelido. 

   "..Il nostro debito può considerarsi saldato..?" tentò il ragazzino, mentre Re Dado si sotraeva alla stretta con un secco gesto di nonchalance.

   "Con un solo contratto a mano? HA! Non è mica così che funziona, miei piccoli geni! A parte che siete in due.."

   "Ma su quel contratto sono segnate le anime di quattro persone!!" protestò Mugman, corrucciato in fronte. "Abbiamo pagato il debito con gli interessi!!"

   "Ohohoh... che ragazzini ingenui!" ridacchiò, malcelando il piacere che provava nel dire quelle parole. "Quando si è in debito col Diavolo, non le potete fare voi le regole! Temo che gli interessi siano molto più alti di quanto pensiate, miei cari.."

   "GRRR! Quel brutto muso, lo sapevo!" sbottò Cuphead, pestando per terra. "Pensa di poterci sfruttare quanto vuole!! Senti, Dado, potresti darci un passaggio al Casinò?"

   "Hmmmm..? Un passaggio dici...?" disse quello chinandosi su di lui, con un'espressione che la mente da fanboy di Cuphead non poteva tradurre per lo sfottimento che era. 

   "Sì, voglio parlare con quello scemo di Satanasso! Non sta rispettando i patti!!"

   "Mio caro ragazzo, non puoi pensare di sgattaiolare così da un'isola all'altra senza pagare il pedaggio! Lo sai che sono un sacco di soldi..."

   "Ma scusa, quindi intende tenerci inchiodati qui?? Se ne lava le mani..?" protestò Mugman. "E poi, come si permette di imporre un pedaggio?? Il sindaco lo sa..?"

   "Ma certo che lo sa!" spiegò Re Dado, gentilmente. "E' stata una sua idea, dopotutto.." indotta da me, evitò di dire. 

   "COSA??!!" fecero increduli. 

   "Già! Io sono solo il proprietario di questi bei caselli giganti, e quindi l'amministratore.."

   "Ma perché??!!" chiesero in coro. 

   "Perché l'economia non va benissimo nelle isole, fanciulli! C'è davvero troppa gente che viene giocare al Casinò e perde un sacco di soldi! Così è naturale che il sindaco abbia bisogno di una tassa speciale..!" di cui una percentuale va a me e al boss, evitò ancora di dire.

   "Non capisco la logica! Mi sembra una scemenza!!" si arrabbiò Cuphead.

   "E chi li capisce i politici, ho ragione?" disse ipocritissimamente Re Dado, con un gran sorriso divertito. "In ogni caso, effettivamente voi dovreste potervi muovere, e voglio venirvi incontro in questo..!"

   "Ooooh! Davvero??" fecero i due illusi, con gli occhioni luccicanti. 

   "Ma certo!! Non vi chiederò neanche un centesimo!" disse enfatizzando le sue parole con un teatrale gesto magnanimo. "Dovrete limitarvi solo a portare i contratti richiesti su quest'isola!"

   Gli occhioni e i sorrisi dei ragazzi si fracassarono rumorosamente per terra. "I contratti..?"

   "Sì!!" e, abbassando il tono di due scale: "Tutti quanti..! Proprio in questi giorni, infatti, si sono aggiunti altri debitori alla vostra lista! I più semplici possono essere tranquillamente gestiti dai diavoletti, ma per altri ci vuole qualcuno di speciale!"

   "Ma abbiamo rischiato la vita per prendere quel contratto!" sottolineò Mugman. "Se anche gli altri debitori fossero mostri come Chauncey..?"

   "...Mi pare che siate in grado di gestire la situazione egregiamente!" disse Re Dado, mostrando loro il Contratto recuperato. "E quando avrete finito su quest'isola, avrete il freepass per Isola Due! Non vi verrà chiesto mai più nulla! Che ne dite..?"

   "Il freepass?? Beh, mi sembra un'ottima proposta!" Sorrise Cuphead felice, guadagnandosi lo sguardo orrorificato del fratello.

   "NO!! Non è un'ottima proposta, Cuphead!! La prossima volta potrebbe essere più difficile!! Non sappiamo che cosa ci aspetta!!"

   Ma Cuphead gli si accostò, abbassando il tono a un bisbiglio. "Mugsey, tutto quel che dobbiamo fare è rifornirci dei gingilli di Porkrind! Se ci potenziamo, non ci saranno troppi problemi..!"

   Mugman gli afferrò il colletto e premette i loro nasi inseme, rabbioso: "Ma chissà quanto ci vorrà prima di prendere tutte le ghiande che vuole!!" gli bisbigliò indietro. "E se non fossimo pronti?!"

   "Giusto!! Hey, Dado?"

   "Hmf.. cosa..?" fece annoiato il demone (che nessuno su Calamaio sapeva che fosse un demone) distraendosi di nuovo dal quadro che stava ammirando da prima.

   "Tu come faresti ad accumulare un quintale di ghiande in breve tempo?" E dopo un secondo di pausa, aggiunse: "...senza comprarle..?"

   Re Dado fece spallucce. "Senza comprare le ghiande, dici..? Oh, beh, è facile! Comprerei l'intero querceto.."

   "E se non potessi comprare il querceto..?"

   "Ma che ne so, mi procurerei una... una fabbrica di ghiande!! O la vincerei in qualche modo.. in ogni caso, basta con le domande sciocche, ragazzi: avete un sacco di lavoro da fare, se volete passare di qua!"

   "Ma adesso siamo liberi!" disse Mugman.

   "Non direi!" disse con un sorrisino soddisfatto. "Mi risulta che il Signor LaGrande abbia bisogno di un piccolo promemoria.. Avete entro il cinque di Ottobre, se non ricordo male!"

   "Chi è questa bellissima donna...?" fece il ragazzino, con gli occhi luccicanti.

   In modo assai poco affascinante, Re Dado strabuzzò gli occhi in un'espressione scioccata.

   "Eeeehmmm... magari non hai sentito bene! Ho detto Il SIGNOR LaGrande! so che i nomi europeggianti possono confondere ma.."

   "No, io dicevo la donna del quadro!!" disse Mugman sognante, avvicinandosi al ritratto di una prosperosa e provocante calamaiese i cui seni erano tondi, grandi e bianchi quanto la testa. 

   In effetti, si trattava di una biglia da biliardo bianco-avorio.

   Sembrava altissima e magra, tonica, vestita di ricchi abiti vittoriani color champagne, con un ventaglio di pizzi tra le mani guantate. Aveva grandi occhi tondi e neri, e l'unica cosa che rovinava la sua bellezza era l'espressione schifata e altezzosa con cui guardava il ritrattista. 

  "Già!! Che sventola! Chi è, la tua fidanzata..?" chiese fuori dai denti Cuphead.

   La reazione di Re Dado fu una risata di gusto, un genuino spasso: "EWWWW!! No!! Hahaha!! Questa è mamma quand'era ragazza!"

   "E' TUA MADRE???" sbottarono entrambi.

 

CONTINUA............................

Notes:

TAN TAN TAAAAAAAAAAAN!!!!

Eh sì, questa fic esplorerà di più il passato dei nostri personaggi. Di tutti loro.

E per chiarire: no, non presumo che i genitori di un dado siano due dadi nelle Isole Calamaio. Forse i genitori di un pulcino possono essere due uccelli, i genitori di un bambino possono essere due umani...
Ma non vedo perché qualcosa di così fantasioso come un dado umanoide debba essere limitato alle stesse regole, soprattutto quando ci sono così tante cose su cui giocare!

Un'altra cosa: lo metterò nella fic quindi non dovrei dirlo, ma mi rendo conto che potreste essere confusi dal modo in cui uso il termine "Calamaiese".
Quindi per chiarire di nuovo: "Calamaiese" nel mio mondo può essere due cose: lo stato di cittadinanza Calamaiese prima e una razza umanoide poi.

Ecco perché Satanasso nella fic del Solstizio d'estate non sapeva quanto vivesse un Calamaiese. Nel mio canone, le Isole Calamaio hanno preso il nome dal fatto di essere state popolate dai Calamaiesi, quindi chiunque non rientri in quella razza (come Sally Stageplay e suo marito) ma voglia comunque viverci verrà chiamato Calamaiese, come status.

Per dirla senza mezzi termini, sono come le persone di Cartoonia in Chi ha incastrato Roger Rabbit: gli umani normali sanno che esistono e vivono con loro, ma sono un po' diversi..

Per ora è tutto!

Ci si vede!!!

Chapter 3: Salti avanti e indietro nel buio

Summary:

Altri mostri da affrontare, altri segreti da svelare...

Notes:

(See the end of the chapter for notes.)

Chapter Text

   "E' TUA MADRE??"

   "Già! Mammina Biglia viveva e lavorava nella grande casa commerciale al porto di Ivory Town! Che è anche dove sono cresciuto io!! E' da lì che arriva questa roba..!"

   A Mugman sparì il sorriso, quando lesse la targhetta sotto il quadro. 

   "Wow.. dev'essere morta da un pezzo..!"

   "Oh.. Beh, è chiaro! Cioè.. Cavoli, non.. non ci avevo pensato.. E' passato un bel pò di tempo! " 

   "Vedo.

   "Quindi che faceva?" chiese Cuphead, con tutta la petulanza del fanboy. "Vendeva roba?? Cosa vendeva?? Giocattoli?? Che ruolo aveva?? Faceva la cassiera?? La commessa?? Era la proprietaria??"

   "NO!!! Piccola testa di latte!! Mamma intratteneva i clienti quando si riposavano nella sala del biliardo!"

   "In che senso intratteneva..?" Chiese Mugman temendo il peggio.

   "Beh, noterai che era molto bella.."

   "Ed elegante, come te!!" aggiunse Cuphead, un filino su di giri.

   Re Dado cambiò argomento in fretta, un pò inquietato dalla crescente carica ormonale del ragazzino. "...........Sì, beh... sapete, lei era una principessa!" 

   "WOW!! Davvero..?" esultarono entrambi.

   "Sì, di una florida tribù al nord di Ivory Town, conquistata dagli inglesi quando era ancora una bambina! Non era la primogenita, ma era la più bella e quella coi modi più occidentali.. Così piacque tantissimo alla regina Vitt-AHEM-.............alla regina! E divenne una sorta di sua figlioccia d'oltremare!"

   "Oooooh, perciò è vestita così elegante..!" 

   "Lo eravamo tutti!" spiegò, spostandosi baldanzosamente davanti a un altro quadro. Questa volta si trattava di un ritratto di gruppo: la Signora Biglia (ora con un'aria più matura, ma non meno snob) posava in mezzo a sei calamaiesi a forma di stecche da biliardo, tutti scuri come la pece con grandi sorrisi gioviali e vestiti come eleganti fantini. 

   "La Grande Casa Commerciale smerciava beni preziosi dal continente all'Impero Britannico e anche agli olandesi di tanto in tanto: e siccome gli alti funzionari passavano spesso di lì, bisognava farli sentire a loro agio..!"

   "Ma tu dove sei? Non ti vedo..!" mormorò Cuphead, cercandolo.

   "EEeeeehmmm... Chi, io..? Beh, magari ero a giocare..! Chi si ricorda..?" Mentì, fissando atono il quadro.

   "E' per questo che ti chiami Re Dado...? Perché la tua mamma era una principessa..?" chiese educatamente Mugman.

   "Fate un sacco di domande personali, voi due..."

   "E come non potremmo??" sorrise Cuphead. "Sapere che il grande Re Dado è davvero di sangue reale, spingerebbe chiunque a fare domande!!"

   ...E naturalmente Re Dado, che aveva un'ego grande quanto un pianeta, cadde inevitabilmente nel trappolone.

   Si sistemò la giacca e il papillon con mosse studiate, vestendo di nuovo l'espressione sorniona di chi si rende conto di valere milioni di dollari in azioni. 

   "Beh, se la metti così.. In realtà no: devo confessarti che mamma non mi ha mai detto chi fosse mio padre. Probabilmente se n'è andato tragicamente quando ero molto piccolo.." disse con fare drammatico.

   "Awww..." fecero empaticamente entrambi i fratelli, prendendosi per mano. 

   "..Perciò mi diede il cognome del proprietario della Casa! Lo fece per gratitudine. Sapete, era lui che gestiva tutti i commerci e le trattative principali, e la pagava più di chiunque altro lavorasse lì: Re Diamante!" disse spostandosi davanti ad un altro quadro.

   Se Re Dado fosse stato un pò più basso e tarchiato, con dei baffi più lunghi e arricciati, e un diamante a dodici punte come testa, sarebbe stato identico all'immagine che stavano guardando. 

   Re Diamante vestiva di un ricco giubbotto nero con dettagli azzurri, del modello inglese dell'epoca. Se ne stava in posa sprezzante da bucaniere, mani sui fianchi, il largo sorriso tutto denti chiarissimi sotto un naso puntuto e l'espressione scaltra e maliziosa di un furfante d'alta classe. 

   Re Dado, in prospettiva al quadro, assunse una posa sprezzante da bucaniere, mani sui fianchi, il largo sorriso tutto denti chiarissimi sotto un naso rotondo e l'espressione scaltra e maliziosa di un furfante d'alta classe.

   "Ma sono sicuro che non abbiamo niente a che fare l'uno con l'altro! Orsù, pargoli, basta con le interviste! E' ora per voi di smammare e per me di chiamare un taxi!! C'è così tanto da fare e così poco tempo.." 

   "Che te ne fai di un taxi, quando hai i superpoteri?" chiese Cuphead. "Adesso che puoi entrare e uscire dall'Inferno come ti pare, perché non lo usi come corridoio di passaggio..?"

   "Io... ahem.. ecco.. non è che sia una roba che si possa proprio controllare..!" fece incerto. Era sempre sulle sue quando doveva parlare di questo genere di cose ai due marmocchi; per quanto concerneva loro, erano entrambi convinti che il Signor Re Dado fosse un regolare uomo di spettacolo che per un gioco del destino era entrato in possesso di uno dei poteri di Satanasso.

   Non sospettavano minimamente che si trattasse di un suo diretto servitore infernale, e Re Dado non esplodeva certo dalla voglia di renderli partecipi di ciò. 

   Perciò, piuttosto che rinnegare il suo Oscuro Signore mentendo a quei due, preferiva di gran lunga evitare l'argomento alla base. 

   "Ma certo che puoi! L'altra volta lo hai fatto!" insistette il ragazzino.

   "...l'altra volta?"

   "Sì, a Pasqua, ti ricordi? Per provare il tuo nuovo potere sei andato giù... e poi sei tornato su subito, nell'esatto punto in cui eri prima!"

   "Sì, ma da allora è un pò più complicato! Ho tentato un paio di altre volte, ma sbucavo quasi sempre in posti a caso nell'inferno, e non è che la cosa mi piaccia assai!.."

   "Magari perché non ti concentravi abbastanza: nei miei libri, Mugbeard calcola sempre le rotte preciso e spaccato come un capello!" propose Mugman.

   "..o forse ti concentravi troppo!! Cup Roger non ci pensa su affatto quando usa i suoi poteri. Gli viene naturale così com'è!"

   "Cup Roger è una storia di fantascienza! Non puoi suggerirgli di non usare il cervello!!" protestò Mugman.

   "Ah, perché Mugbeard invece è molto credibile! Il pirata modello da sfilata! I veri pirati puzzano e hanno la barba incolta!! Come Barbabrina!!" rimbeccò Cuphead.

   "Piantala, né Mugbeard né Barbabrina puzzano!!"

   "Sì, invece! Puzza di pesce!! E puzzi anche tu!!"

   "E tu sei stupido come una gallina!!"

   "Scommetto che c'è pieno di galline che hanno vinto il premio Nobel!!"

    E l'istante successivo, i due fratelli erano spariti in una nuvola densa di polvere, cazzotti, calci e gomitate, completamente dimentichi del manager, che stava ancora riflettendo sul peso di quelle parole. 

   "Che io sia dannato" commentò tra sé. "Stavo quasi per dimenticarlo: tutti i miei principi.. tutti i miei poteri funzionano al meglio proprio quando NON uso il cervello! Devo agire seguendo il flusso!"

   Era così, infatti. 

   Era tutto un gioco di destini, calcoli delle probabilità e peso della posta in gioco, per gente come lui ed il suo Signore. L'ispirazione e l'intuito erano la chiave: perché non ci aveva pensato prima?

   Domanda retorica, ovviamente: sapeva benissimo il perché non ci aveva pensato. E' solo che preferiva raccontarsi delle balle, esattamente come il suo superiore. 

   Di rado, da Ferragosto, riusciva ad essere davvero spensierato, e il motivo era la mole incommensurabile di lavoro che doveva svolgere al Casinò. 

   Lavoro che gli garbava un sacco, beninteso... ma che aveva un lato assai scomodo e fino ad allora a lui sconosciuto.

   Quando si era proposto come manager non aveva idea di quanto tempo e impegno gli sarebbe costato. Re Dado non era il tipo da tirarsi indietro di fronte ai propri doveri; ma aveva cominciato a sentire da un pò una certa.. pressione. Un'aspettativa, se vogliamo dire così. 

   Perciò non riusciva più "seguire il flusso": ora doveva stare a un programma

   E Satanasso, sebbene stranamente non gli desse mai degli ordini diretti, lo tempestava di frecciatine ogniqualvolta dava segni di voler andarsene a svagarsi per dedicare un pò di tempo alla propria creatività.

   Quelli sembrano molti documenti, ultimamente la Vault delle Anime è un pò vuota, che stanno facendo quei giocatori laggiù?, mi sento parecchio annoiato, oggi.. frasi del genere. 

   Frasi che indicavano chiaramente un'insoddisfazione di qualche tipo, e che non riusciva certo ad ignorare. 

   Frasi che non poteva ignorare. 

   "Grazie per il suggerimento, ragazzi! Mi raccomando, quando uscite chiudete la porta!!" raccomandò alla nube tempestosa, preparandosi alla sua solita piroetta magica. "Io faccio subito la prova! Adieu!!!"

   E tosto sparì nell'oscuro buco nero che si aprì a comando ai suoi piedi.

   I ragazzi fermarono immediatamente le collutazioni per osservare, ancora una volta, il miracolo con un sonoro "ooooooh!"

   Finché il suono del clacson di Nonno Bricco non li riscosse dalla trance adorante, facendoli sussultare. Il nonno non li lasciava più fare percorsi troppo lunghi da soli, specialmente dopo il tramonto.

   "Fai sempre una faccia strana quando parliamo con Re Dado" disse Cuphead, chiudendo bene la porta come da istruzioni. "Perché sei così rifioso..?"

   "Perché, Cuphead, ogni volta che lo incontriamo, succede qualcosa di strano. Intanto tu ti rimbecillisci..."

   "Ha parlato il furbo! Non dovevi fargli domande sul perché il suo nome era sul contratto..?"

   "Appunto!! Ti fa sfuggire di testa le cose!"

   "E' solo un gran figo."

   ".....Con una mamma che era nubile nel 1789..?"

  "L'avrà avuto in tarda età!"

   "Ma Cuphead, Re Dado avrà suppergiù una trentina d'anni!! Sua mamma dovrebbe averlo avuto a centoquaranta suonati!!!"

   "Forse era incrociata con una medusa!! Sai, una volta Barbabrina mi ha detto che sono praticamente immortali.."

   "Cuphead!!"

   "Ma dai, scemo: si saranno sbagliati a segnare la data, no? Oppure contavano gli anni con un calendario diverso!"

   Nonno Bricco li caricò in macchina con uno sguardo severo e preoccupato allo stesso tempo, arricciando sia i baffoni cromati che le folte sopracciglia. 

   Li studiò da sotto gli occhialetti. "E' andato tutto bene, ragazzi?"

   "Benissimo, Nonno Bricco!" risposero in coro.

   "Non avete usato i raggi dalle dita, vero..?"

   "Assolutamente no, Nonno Bricco!" mentirono in coro.

   "Abbiamo usato una- ehhhmm...!"

   "Una.. rete!!" disse Cuphead. "Una rete magica!! Li abbiamo catturati così!!" 

   "Bravi ragazzi..! Ricordatevi la medicina di Zio Paiolo. Non voglio che vi mettiate in più guai di quanto tragicamente siate già.." li ammonì, prima di girare la chiave d'accensione. 

 

    .....

   
   28 Settembre 1937

  
   Re Dado non era affatto un uomo sbadato. 

   Non lo era mai stato, e dopo essere diventato il manager del Casinò del Diavolo si era fatto ancora più proattivo e vigile. 

   Se prima aveva poco tempo per sé ora ne aveva ancor meno, e dato che come gran parte della sua attenzione era devota ai suoi nuovi compiti, come già detto le occasioni di comporre nuove canzoni si erano ridotte considerevolmente.

   Tuttavia faceva del suo meglio per mantenere l'atmosfera leggera e per divertire il suo malvagio Signore, sempre riuscendo a ritagliare qualche minuto qua e là da dedicare esclusivamente al suo intrattenimento.

   Perciò, come si può immaginare, gli ingranaggi del suo cervello cubico dovevano sempre essere bene oliati: nulla gli doveva sfuggire, e nessuno dei suoi dipendenti doveva uscire dai ranghi; ne aveva assunti in tutto dodici, escluso ovviamente il suo piccolo esercito di cinquantadue carte che al bisogno richiamava nel taschino, e che lavoravano ormai a stretto contatto con le anime dannate al servizio di Satanasso.

   Stava andando tutto bene: i documenti erano in ordine, il brio regnava sovrano, le anime fluivano copiose nella vault.. il capo sembrava un pò più felice del solito quando metteva un fermo alla sua routine......

   .......E fu così che si scordò di riferire del'incidente col Pacchetto Radici.

   Non fu per peccato di superbia, nonostante le sue attitudini; Re Dado conosceva bene tutti i suoi piccoli difettucci, se si escludevano tutte le colossali lacune sociali evidenti a chiunque non rimanesse incantato dal suo charme infinito.      

                                   
   Al contrario, fu proprio a causa dell'eccessivo zelo: troppe cose da fare e troppo poco tempo. E così fu praticamente per caso che, un paio di settimane dopo il loro ultimo incontro, nel fare una capatina a Palazzo Dado Uno per controllare l'inventario vi trovò i due fratelli davanti al portone d'ingresso, il Contratto dell'Anima arrotolato nella mani di Cuphead.

   Completamente sorpreso, ma non perciò preso alla sprovvista, li salutò con un galante: "Ragazzi! Non vi aspettavo qui così presto! Certo che vi state dando parecchio da fare! D'altra parte la posta in gioco per voi è piuttosto alta!"

  La sua risata limpida conquistò subito, come al solito, un largo sorriso da parte di Cuphead e persino una smorfietta divertita da parte del più sospettoso fratello. 

   "Ciao, Dadino!! E' sempre un piacere vederti!" lo salutò Cuphead, al quale mancava solo la coda per scodinzolare. 

  "Allora, che mi raccontate di bello?"

   "Che anche stavolta è successa una cosa strana!" Disse Mugman, avvicinandosi deciso. "Quel Goopy non era mica tanto a posto!"

   Quell' anche stavolta risvegliò come un lampo nella testa cubica del manager il ricordo dell'impegno mancato.

   E un'imprecazione assai poco signorile rotolò da un lato all'altro della sua mente come un paio di dadi tirati con ferocia.

   "Oh!! Uhmm.. ditemi tutto ragazzi! Ci sono state altre anomalie..? E' assolutamente essenziale che mi riferiate ogni minimo dettaglio!" disse, bypassando abilmente il probabile ostacolo. 

   I due ragazzi fecero di nuovo a gara a chi la raccontava per primo.

   "Di solito è uno slime amichevole.."

   "..Sì, non più alto di noi.."

   "..e non fa mai niente di strano!!"

   "...però poco fa se mangiava una moneta diventava più grosso!!"

   "Sì, si ingigantiva mangiando soldi!!"

   "E poi.. va beh, gli abbiamo, ehm-"

   "Dato le botte!! Gliele abbiamo suonate lo stesso!!

   "Già, però poi lui si è trasformato!!"

   "Si è cosa??" interruppe Re Dado, che stava tentando di tenere traccia di tutte le assurdità che i fratelli gli raccontavano.

   "E' diventato una lapide senziente!!"

   "La SUA lapide!!" precisò Mugman, tutto tremante al ricordo.

   "La sua cosa???

   "Sì!! Ed era enorme!! E si muoveva nel terreno come se lo scavasse!!"

   "...come un'aratro!!" 

   "E cercava si schiacciarci, come frittelle!"

   Re Dado non poté credere alle proprie orecchie. 

   "....E quindi come avreste fatto ad ottenere il contratto..?" chiese tra lo scettico e l'apprensivo, indicando la pergamena.

   "Oh, ehhmmm... Fortuna!! E' stato colpito da un fulmine!!" mentì prontamente Cuphead.

   Re Dado alzò gli occhi color giaietto verso il cielo limpido e terso di settembre.

   ".....A CIEL SERENO!! Era un fulmine a ciel sereno!!" si affrettò ad aggiungere Mugman, tirando una gomitata di rimprovero al fratello. "Sai che ogni tanto ci sono degli strani temporali improvvisi in zona, vero??"

   Va bene, per i poteri psichici della carota poteva essere una ragazzata pensava Re Dado dietro all'espressione enigmatica. Ma ora si parla di trasformazioni?

   "Avete fatto benissimo a riferirmi tutto questo!" disse con enfasi, prendendo il secondo Contratto in quel mese e controllandolo brevemente. "Urgono delle ricerche immediate!! Sapete, dovevo fare l'inventario dei beni acquisiti con la mia eredità! Invece mi sa che scappo, ragazzi, vogliate scusarmi!!"

   "Quindi siamo liberi?" fece speranzoso Cuphead. "O almeno, possiamo passare a Isola Due senza pagare il dazio..?"

   "OH! Che sbadato, quasi dimenticavo!! Ci sarebbero altri due debitori di cui occuparsi: due piccole celebrità locali, sapete? I Signori Crick e Croak, del ristorante sull'acqua.."

   "Cosa? Un altro contratto cumulativo...?"

   "Come il vostro, certo!" puntualizzò educatamente il demone, spietato come la morte. "A meno che non intendiate saldare il vostro debito come tutti gli altri...!"

   "NO no, accettiamo!". 

   "Magnifico!! Allora avete tempo fino al sei di Ottobre!"

   "Il sei di Ottobre?? Ma è praticamente dietro l'angolo!!"

   "Ma ragazzi, state andando alla grande! Nessuno si aspettava che sistemaste quei conti così in fretta!" Li lodò allegramente Re Dado, e la sua energia positiva li contagiò immediatamente. "Sono certo che ci rivedremo più presto di quanto pensiate! Ciao ciao!!"

   E con la solita piroetta elaborata, che era sempre una gioia da vedere, sparì nel terreno come un fuoco fatuo. 

   Purtroppo la fretta di imboccare la sua scorciatoia infernale lo portò a sbucare nella Nona Bolgia, e quando con la fronte imperlata di sudore e gli occhi sbarrati saltò istericamente via pensando al Casinò, e si trovò faccia a faccia col suo principale, provò una certa ansietta.

   Un luogo comune altamente incorretto stabilisce che più una persona è crudele, più larga è la pletora di cose orribili che gradisce fare. Niente è più distante dalla realtà. 

   Soprattutto se nel cuore nero di Re Dado, in un punto cieco che non sapeva di avere, qualche decina di cellule si ostinava a pulsare una netta sensazione di empatia. 

   La sua fama come spietato genocida riecheggiava fieramente in tutti gli angoli dell'oltretomba e solleticava la superbia della sua folle mente caotica, ma c'era una bella differenza tra il provocare la morte violenta di migliaia di persone e l'assistere alla loro mutilazione perpetua. 

   E trovarsi di fronte a quel volto tanto affezionato e familiare avendo il promemoria che si trattava anche del Re di QUEL posto, gli dava un mix di emozioni brutalmente contrastanti. 

   Riusciva a stento a collimare l'immagine del gigantesco Divoratore di Mondi e persecutore d'anime dannate, con quel (grazioso, ma era un segreto) uomo gatto un pò buffo con lunghe corna di capra e dalla personalità così carismatica e ricca, con cui aveva condiviso tante folli avventure. 

   Paura, ovviamente, quella era innegabile.. ma anche ammirazione. Orgoglio. Incertezza. Venerazione. Angoscia. Rispetto. Dubbio. 

   Incanto... 

   E parlando d'incanto, c'era anche quello strano incantesimo che il suo capo gli aveva fatto appena incontrati, al quale non sapeva dare nome, e che lo consumava come un fuoco eterno tutti i giorni della sua immortale esistenza..

   In tutto ciò, se la sua devozione per il Re dell'Inferno fosse fatta di un materia tangibile, sarebbe stata la più indistruttibile sostanza dell'universo esistente. 

   Che creatura straordinaria e terribile, pensava. 

   La stanza era semideserta, eccezion fatta per un paio di tizi che stavano finalmente rilassandosi dopo alcuni minuti di terrore dovuti alla sola presenza di Satanasso in sala. Che al momento se ne stava comodamente appoggiato col gomito al banco del bar a gustarsi una tazza di caffé stra-zuccherato fumante.

  Ma come Re Dado era comparso in scena, tutta l'attenzione era andata su di lui, ed un (falso e pericolosissimo, ma non meno intenso) senso di sicurezza li aveva immediatamente persuasi ad abbassare la guardia.

   "Beh? Già di ritorno..? E cos'è quella faccia, non è un pò presto per vedere i fantasmi..?" cantilenò la voce caramellosa del Diavolo.

   Déi dell'Inferno, avrebbe dato la vita per quell'eccentrica apocalisse ambulante. 

   "Oh, nessun fantasma, Grande S! E' che non riesco ancora a regolare bene i salti e qualche volta finisco in -ahem- brutti posti..! Heheh.. Sa com'è!"

   "Hm? Quello è un'altro Contratto..?  Così presto?" fece sorpreso,  scippandogli la pergamena di mano. "Accidenti, quei due si stanno rivelando davvero utili, eh..?"

   "Sì.. a proposito di questo..!"

   "Bentornato, Maestà!!" gridarono all'unisono i tre baristi, il Vecchio Ethan, Rumulus e Ginette. "Al vostro servizio!! Gradite qualcosa di caldo..?"

   Satanasso sbirciò divertito Re Dado da sopra la pergamena, con una punta di malizia. "Sì, gradite qualcosa di caldo, Maestà..?"

   Re Dado arrossì leggermente senza nemmeno sapere il perché. "Oh, porti pazienza! Non ho capito ancora perché i miei dipendenti mi chiamino in quel modo, dev'essere il nome che confonde. Ma a me non dispiace, sa..? Tutto a posto, ragazzi! Sono qui per conferire col Capo.." disse poi rivolto alla sua truppa.

   "Hmpf! Le faccende burocratiche mi annoiano!" sbuffò il Diavolo, arrotolando la pergamena. "Henchman, porta questa roba a Stickler! Che ci pensi lui.." 

   Henchman, che fino a quel momento se ne era stato zitto all'ingresso del locale col suo abito da buttafuori, si precipitò a cogliere il rotolo dalle mani artigliate del suo padrone.

   Non che stesse controllando l'interno del bar: stava più che altro supervisionando il grande ingresso esterno, sempre a portata di voce del suo Capo. Perché il Casinò era importante, ma prima di ogni altra cosa lui era il valletto del Diavolo.

    "Okey-dokey, capo!! Sarà fatto in un attimo!"

   Capo, segnò mentalmente Re Dado. 

   Proprio in quel momento Hopus Pocus, il Leprotto Bisestile e Mago del Caos, saltellò in stanza portando in cima alla testa una pila di contratti nuovi di zecca. 

   "E questi sono i poveri idioti che oggi ho giustiz-AHEM!!- volevo dire, che hanno scioccamente perso la propria anima col giochino degli indovinelli, vostra Oscura Pelosità!" disse rivolto a Satanasso. "Oh, buonasera, Maestà! Come non detto, ecco a lei i Contratti!!" si corresse, non appena i suoi occhi scorsero Re Dado. "Volevo darli al Capo in vostra assenza, ma visto che siete qui voi.."

   Maestà. Capo. Annotò ancora, chinandosi per prendere la pila tra le mani guantate. 

   "Grazie, Hopus! Hai fatto un ottimo lavoro, oggi!! Un momento che scambio due parole, e poi finisco il giro delle sale.. La mia orchestra è ancora sul palco?"

   "Instancabili come sempre, Maestà!" fece fiero il leprotto, con un ghigno malefico tutto denti appuntiti. 

   "AHEEEMM!! MI SCUUSIII!!" raspò la voce trafila-orecchi di Stickler, mentre avanzava incontro ad Henchman col dito alzato anticipandolo. 

    "Stickler, se ti avessi voluto attorno qua sopra ti avrei chiamato io!" sentenziò seccato Satanasso, sempre alquanto infelice di avere a che fare col suo Contabile Infernale. 

    "Invero, Vostra Maestà." rispose impassibile l'orrido diavoletto verde, da sotto gli occhiali a fondo di bottiglia. "Tuttavia ha già mancato di presentarsi a ben tre riunioni, e pertanto sono costretto a darle il promemoria per la presente di questa sera!! AHEHAHEM!!! Oggi, mercoledì 29 Settembre 1937, alle ore venti e quindici minuti, si terrà nel Primo Girone, settore tredici, stanza sei..!"

   "BASTA!!" tuonò Satanasso, facendo vibrare tutti i vetri del bar (e costringendo  presenti a indietreggiare di un paio di metri. "Dannazione, ero così di buonumore!! DETESTO tutte queste faccende burocratiche!! Henchman, butta Stickler fuori di qui!! Coniglio, torna a sconigliare!! Voi tre preparatemi una cioccolata entro subito!!" ordinò al trio di calamaiesi a forma di bicchieri dietro al bancone...

   ...dopodiché si accorse dei due clienti rimasti, ormai sbiancati dalla fifa! - Impresa considerevole trattandosi di due sacchi di carbone! - 

    "Fuori di qui voialtri!!" gridò col naso rosso per aria, indicando l'uscita che i soggetti attraversarono veloci come bolidi, seguiti da Henchman e da Stickler, quest'ultimo sollevato sopra la testa dalle mani del collega, sempre nella stessa posizione eretta di quando poggiava i piedi sul pavimento. 

   Vostra Maestà, osservò silenziosamente Re Dado. 

   In ultimo, Satanasso posò i suoi occhi rosso rubino su Hopus... 

   ..il quale a sua volta guardò Re Dado in attesa di istruzioni.

   "Riposo, Hopus! Puoi andare a giocare con gli scheletri! Ma.. ti raggiungo tra poco, ok? Devo chiederti una cosa!" 

   "Ai suoi ordini! Allora a più tardi, maestà!" disse allegramente il leprotto, saltellando via con un "sono una lepre marzolina, non un coniglio!" detto a denti stretti.

   Anche i Tipsy Troops, alle sue spalle, sbirciarono titubanti il manager, prima di ricominciare con le loro piroette mormorando fra di loro frasi come "dopotutto è come un cliente..", "beh, è il capo di Sua Altezza! Merita rispetto...", "sì, ma che maleducato, però!".

   Tutte frasi che Satanasso poteva udire benissimo, ma che non provocarono nessuna furia omicida in lui. Sembrava solo seccato.

   Estremamente strano, pensò Re Dado. 

   "Bene, un attimo di respiro! Allora Dado, che devi dirmi di così importante..?"

   "Beh ecco, i nostri due agenti sul campo..!"

   "AAARGHH!! Per favore, ho detto di importante!! Non voglio sentir parlare di lavoro!!"

   "Ma Grande S, sono già due volte che mi raccontano delle cose inquietanti sui debitori! Tipo poteri telecinetici, trasformazioni..!"

   Satanasso esplose in una risata grassa. 

   "HAHAhahaha!! Che due imbecilli! Sono proprio i soliti! Hihihi.."

   "Lei.. lei pensa che mentano..?"

   "Andiamo, Dado! Stanno chiaramente cercando di impietosirti con delle storie assurde per schivarsi il lavoro!" disse, prendendo la cioccolata calda versata tramite acrobazie da Rumulus. "Lo sai che se credi agli imbecilli diventi un imbecille anche tu, vero..?"

   Un vago livore comparve sul viso di Re Dado, ma lo tenne categoricamente a bada.

   "Certo, Grande S! Ma non sono i soli a dire cose del genere! Un fattorino mi ha detto che circolano voci riguardo a dei mostri su queste isole..!"

   "Beh, direi che le voci dicono il vero, no?" Satanasso lo guardò annoiato, sorseggiando il cioccolato.

   "Ma la gente lo sa già che lei frequenta queste isole! Cioé, è risaputo!" Re Dado barcollò nel tentativo di tenere dritta la pila di contratti. "E non ci sono mai state voci del genere! Si diceva c'è il Diavolo, non ci sono i mostri!"

   "Non mi stupirebbe affatto se le voci fossero state fomentate da loro due! Magari in combutta con.. Ti sei occupato di Miss Chalice nel modo che ti ho detto, vero..?"

   La bocca di Re Dado si piegò in una smorfietta strana. "Certo, Grande S! Sicuramente lei non c'entra..!"

   "E allora va tutto bene. Smettila di star dietro alle balle di quei due idioti, e pensa alle cose importanti! Per esempio, quando rifacciamo colazione insieme..?"

   "Ehm.. è un pò difficile ritagliarmi del tempo ultimamente, come può vedere! Certo che l'altra volta è stato molto divertente..!"

   "..ma è durato solo una ventina di minuti!"

   "E di questo mi dispiace moltissimo, ma dovevo anche rassettarmi per presentarmi in modo decente! Inoltre, per compiacere alle sue raccomandazioni, dovevo dormire un paio d'ore prima di riaprire di nuovo..!"

   "..potevi chiudere prima e riaprire più tardi..!" mormorò, prima di rendersi conto di quel che stava dicendo. 

   Ma era troppo tardi, e ancora una volta i grandi occhi di Re Dado luccicarono, l'espressione si fece seria, la bella bocca socchiusa ebbe un fremito impercettibile sotto i baffi. 

   "Lei.. preferisce passare il tempo assieme a me piuttosto che usarmi per raccogliere anim-"

   SIIIIIIIIIIII!!! Sì, sì, moltissimo sì!! Pensò Satanasso. 

   Ma quel che quasi urlò interrompendolo fu: "NO!! Che diamine, stavo solo proponendo soluzioni!! Non si può fare una competizione culinaria abbuffandosi: bisogna avere il tempo di degustare!!"

   "Oh..."

   "...Comunque avevo vinto io!"

   "Tranne che per la torta alla zucca!" sogghignò Re Dado, in una delle rarissime volte in cui si permetteva di punzecchiare il suo superiore.

   "Sì, va beh, tranne quella cosetta lì che in effetti era buonina.. Ti ho comunque stracciato!" Poi, fissando la pila: "Quelli sono un mucchio di contratti..."

   Lo sconforto ritornò sul viso di Re Dado. "Sì, me ne occupo subito Boss! Anzi, prima di subito..."

 

.......................................

 

   Non appena rimasero di nuovo soli, Henchman lo accostò torvo. 

   "Posso chiedere perché?"

   "........Cosa, perché?"

   "Perché lei è così tanto in diniego! Non ha alcun senso quello che sta facendo!"

   "Non so di cosa parli!"

   Henchman entrò nella modalità balia regale, che di solito funzionava alla grande quando il Re dell'Inferno decideva di avere il Q.I. di un bambino di cinque anni. 

   "Capo, lei non ha mai avuto alcun problema a dire che si diverte con chi vuole! Perché d'improvviso si atteggia come se non preferisse passare del tempo con Re Dado piuttosto che lavorare?"

   "B-beh, perché.. cioè, stavo disciplinand-"

   "Per quale infrazione?"

   "Insomma, io.. n-non deve sentirsi troppo importante, ecco! Che avete da guardare voi tre??" soffiò Satanasso ai baristi che avevano ascoltato la conversazione di sgamo e stavano facendo finta di niente. "Fatevi gli affari vostri!!"

   E con i pugni serrati colse la scusa per allontanarsi dalla stanza in fretta.

   ".............Ma le ha solo chiesto se preferiva divertirsi con lui piuttosto che dedicarsi ai suoi doveri!" fece Henchman, sinceramente dispiaciuto, seguendolo. "Divertirla è uno dei suoi compiti! E poi, voi due state bene insieme, lo sa..!"

   "Non l'ha detta così, Henchman!!" sbottò, tirando indietro le orecchie. "L'ha detta come se ritenessi lui più importante della raccolta anime..!"

   La fronte di Henchman si corrucciò. Si tolse gli occhialetti neri per dargli la solita occhiata da mamma giudicante. "E non è così?"

    "Sì. CIOE' NO!! Ehm.. diciamo, sì, ma non in quel senso...!"

    "Quale senso..?"

   "Ma insomma, cosa sono tutte queste domande? A te non deve interessare quello che faccio e perché!!" protestò infantilmente, dopo essersi infilato nella toilette maschile per evitare orecchie inopportune.

   "Sta scherzando, Capo! Il mio compito è assicurarmi che lei sia più curato e tranquillo possibile!" gli ricordò, apprensivo. "Mi si spezza il cuore quando vedo che potrebbe essere felice, ma sceglie di sabotarsi da solo!"

   E non c'era modo di girarci intorno: c'era una sola forza nell'universo tangibile che poteva sconfiggere il Diavolo, ora che da secoli non era più la divinità campestre conosciuta come Pan e non aveva competitori sulla Terra. 

   E quindi, era anche la cosa che Satanasso temeva di più. Era qualcosa di effetto immediato, anche in forma lieve. 

   L'amore. 

    Poteva presentarsi in mille forme, ma era sempre letale: amore fraterno, nel caso di Cuphead e Mugman. Amore genitoriale, nel caso di Nonno Bricco. Per quanto riguardava il buon Henchman, il suo amore da amico era assolutamente sincero, e pertanto egualmente efficace. 

   E quindi, funzionò.

   "Quindi.. quindi tu sai che..?"

   "Hum.. Beh, volevo esserne sicuro prima di dirglielo..! Sa com'è, è una cosa privata, e poi non sapevo neanche che lei ne fosse capace.." disse quanto più calmo e comprensivo possibile. "Ma ora che sappiamo entrambi di cosa stiamo parlando, perché non parla a cuore aperto anche con lui? Lei non è il tipo da rinunciare a ciò che vuole, o a girarci intorno!"

   "Henchman, io.. n-non posso..!"

   "Ma perché??"

   "Perché mi fa sentire vulnerabile!! Molto. Perché SONO vulnerabile, q-quando fa così! Io non posso essere vulnerabile!!"

    "..Ha paura che la ferisca? Ma il signor Re Dado non farebbe mai nulla del genere! Non di proposito, quanto meno: ci tiene troppo a lei!"

   "Non ha bisogno di fare nulla, quello!! Lui semplicemente.. esiste!! E.. e mi sembra che cerchi di avvicinarsi, e.. io so che non è per...... I-io non sopporto tutto questo!"

   L'espressione di Henchman si fece comprensiva, ma non meno maternale. "Questo lei non può saperlo! Ne avevamo parlato, si ricorda..?"

   "Sì, e mi ricordo che tu non hai ancora vinto la tua vacanza!!" lo rimbeccò. "Non hai un straccio di prova che sia ingenuo quanto dici sulla materia!"

   "Beh, è difficile riuscirci se continua ad oberarlo di lavoro per assicurarsi che non si allontani da lei!" gli ributtò indietro. "E se continua così la situazione si farà confusa! Non capirà più se lo vuole vicino a lei o alla larga da lei..! Non può continuare così, sta torturando entrambi!"

   "E' meglio una sofferenza continua ma sopportabile di una morte atroce!"

   "No, è meglio una vita felice! Lei.." E improvvisamente Henchman  sbarrò gli occhi, il peso di quelle parole lo colpì come un proiettile, perché capì finalmente qual'era il problema. 

"..lei teme un suo rifiuto, perché la distruggerebbe..!"

   L'espressione angosciata di Satanasso parlò per lui.

   "..E piuttosto che averne la conferma, preferisce intrappolare entrambi in questo tira e molla..!"

   "Non è un tira e molla, Henchman!" mugugnò il demone, dandogli le spalle a braccia conserte per nascondere gli occhi bagnati di rosso. "Non.. non vediamo l'un l'altro allo stesso modo. Lui ammira me e il mio potere. Come si ammira un dio e il suo potere. Non ha neanche mai guardato....."

    Henchman rizzò le orecchie, pieno d'apprensione. 

   ".....a cosa?"

   "Niente, lascia predere!" tagliò, strofinandosi gli occhi per sicurezza, prima di voltarsi verso di lui di nuovo. "E' solo un cretino, ecco. Comunque non è solo questo! E' che io non riesco a gestire questa roba! E'.. E' troppo! E' devastante! E poi, io sono un essere di male!! Che ne sarà di me se indulgo in tutto questo? Che ne sarà dei miei poteri? Diminuiranno?? O peggio, spariranno?? E tutto quello che ho costruito, il mio regno?" 

   Satanasso elencò le sue preoccupazioni camminando avanti e indietro per il locale, con crescente ansia. 

   "Secondo me si preoccupa troppo, Capo! Il "male" è un termine piuttosto moderno, ai nostri tempi si diceva "CHAOS". Lei era una forza del Caos! E non c'è niente di più caotico dell'amo-"

   "NON. DIRE. QUELLA. PAROLA."

   "Daaah, ok, Capo..! Ma potrebbe almeno pensarci, no?" 

   Satanasso sbuffò, massaggiandosi il ponte del naso con pollice e indice. 

   "Ci ho pensato fin troppo, Henchman. Per centosedici anni. E per stasera ne ho abbastanza, voglio solo andare a divertirmi!" Poi, puntando il dito verso il suo fedele servitore: "L'importante è che la cosa non esca da queste mura! Non voglio che nessuno, dico nessuno, sappia nulla di tutto ciò! E' troppo imbarazzante!"

   Un rumore di sciacquone li fece sobbalzare. 

   E con profondo orrore di Satanasso, dalla porta centrale di uno dei sei wc maschili emerse il testone occhialuto di Stickler, proprio in concomitanza con un drammatico giro d'orchestra proveniente dalla sala del teatro.

 

    CONTINUA...................

Notes:

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco!! XD

Contrariamente al consenso generale, io non credo affatto che i genitori di Re Dado debbano per forza essere due dadi. Voglio dire, Nonno Bricco è un bricco, non una tazza anziana.
Perciò mi sono divertita a fantasticare su come si potesse ottenere un dado in un mondo magico e fuori di testa come quello di Cuphead!

La storia della principessa africana è tratta da quella di una nobildonna realmente vissuta più o meno in quell'epoca, si chiamava Sarah Forbes Bonetta. https://en.wikipedia.org/wiki/Sarah_Forbes_Bonetta Mi ha ispirata anche il look per la Signora Biglia.. come potete vedere era incredibilmente bella, aggraziata e nobile di portamento per provenire da una tribù poco civilizzata.

L'Inferno in Cuphead è strutturato come quello dantesco per comodità di trama, ma quasi tutte le attività della serie si svolgono nel Limbo. O nel Casinò, ora che funziona bene...

Capitolo lunghissimo, ma ci deve stare un sacco di roba!

Adieu!!

Chapter 4: Vostra Maestà

Summary:

Re Dado si è accorto che la sua posizione all'interno della gerarchia infernale non è chiara come pensava: i suoi sottoposti non rispondono a Satanasso e non hanno paura di lui, che d'altro canto sembra avere delle capacità più uniche che rare rispetto agli altri demoni maggiori.
Anche Mugman si è accorto che qualcosa non va nel manager. E più il potere dei ragazzi aumenta e più le tensioni sulle Isole si fanno palpabili.

Notes:

Certi segreti non possono rimanere tali ancora a lungo.

(See the end of the chapter for more notes.)

Chapter Text

   "Ok, ragazzi, la riunione di oggi richiede un pochettino di trasparenza.."

   "Ma noi lo siamo sempre!"

   "Già! E utilizziamo i migliori prodotti per-!"

   "Non in quel senso!" Re Dado puntò l'indice sui Tipsy Troops, e i tre calamaiesi a forma di bicchieri da alcolici, che immediatamente si zittirono intimoriti.

   Cominciava ad essere vagamente infastidito, forse a causa della carenza di sonno. Ma c'erano cose che doveva chiarire e sottoposti da disciplinare. 

   Motivo per cui se ne stava nella sala del biliardo, ora finalmente vuota, nelle prime ore del mattino, con tutti quanti i suoi nuovi assunti variamente posizionati su divanetti, poggiati ai tavoli da gioco, o ben dritti e allerta come appunto i Tipsy Troop in quel momento. 

   "Voglio dire, lo sapete che adoro il modo in cui mi siete devoti! Conosco alcuni di voi da poco, ma già posso dire che i vostri sforzi danno i loro frutti! A proposito, bella raccolta oggi, Phear! Ecco, prendi una carota!"

   "Graaiihiiihiiizie Vostra Maestà!!" nitrì lo scheletrico cavallo, afferrando fieramente l'ortaggio. 

   "E adesso arriva il bastone!" bisbigliò sadisticamente Hopus a Mr Chimes, un'inquietante giocattolo-scimmia dalle orbite vuote. 

   "Eppure qualche volta capita ancora che qualcuno di voi-" e una potente steccata da biliardo calò sul capo (che era SOLO un capo) di una palla da 8 nera, che gemette per il dolore. "-faccia di testa sua e mi disubbidisca sfacciatamente!"

   "Ma non è colpa mia, maestà! Sono una Palla Magica! Avere piccole previsioni del futuro è un istinto incontrollabile per me..!"

   "Zitto." disse Re Dado velluato e velenoso, con un sorriso gelido. "Ti ho dato il permesso di usare la tua abilità per interrompere il gioco se gira a nostro sfavore, non per vincere a forza la partita!"

   "Ma è praticamente la stessa cos-!"

   Un'altra steccata gli chiuse la bocca. 

   "Non è la stessa cosa, Mangosteen. Non posso incassare le anime che prendi barando! E non sei tu a dover passare decine di minuti infiniti ad annullare pile di contratti che Stickler mi porta a sorpresa a fine turno!"

   "Io non baro mai!"

   "Nah, nemmno io!"

   "Lo so, ragazzi. Lo so sempre." Re Dado si chinò per poggiare una mano su ciascuna spalla tra una pila di fiches con un cappello da cowboy in testa ed una roulette russa vivente. "Ma non è di questo che volevo parlarvi oggi.."

   Di fronte ai suoi uomini, la statura del manager era imponente quanto una montagna: era più alto e aveva le spalle più larghe di tutti loro. Emanava energia protettiva e distruttiva in egual misura. Perciò Chips Bettigan e Pirouletta sobbalzarono di paura e contentezza quando lo fece.

   "Siamo qui per parlare di titolatura!"

   "Ti-che???"

   "Titoli, Hopus. Il mio, nello specifico."

   "Intendete cambiare nome..?" chiese la voce bassa di Pirouletta. 

   "Ma no!!!! Voglio semplicemente una risposta soddisfacente ad una piccolissima domanda che mi frulla in testa da un pò!"

   La pausa di suspence seguì automatica. I Tipsy Troops allungarono assurdamente i loro corpi in tensione palpabile, Chips fremette con tutte le fiches, Mr Wheezy trattenne il fiato, Pip e Dot si rosicchiarono nervosamente uno le unghie delle dita e l'altra la punta delle scarpe (non avendo mani ed essendo un unico pezzo di domino diviso in due esseri); Hopus Pocus vibrò i baffi, Pirouletta si alzò sulle punte dei piedi da ballerina, Mr. Chimes caricò i piatti... 

   ..E Mangosteen rivelò suo malgrado un "Risposta confusa, riprova" tramite una finestrella sul suo 8 magico, ma fortunatamente per lui nessuno lo notò.

   "Perché diamine mi chiamate tutti Vostra Maestà?"  

   "Huh?" Fece Ginette, confusa come gli altri. "Come, non va bene?"

   "Beh, sì, normalmente mi piace molto.. dopotutto non siete gli unici a conferirmi un'aura regale, che visto il mio nome e la mia grandezza direi che si addice moltissimo!" si sviolinò e se la cantò il Re, tronfio come una mongolfiera.

   "Ma allora dov'è il problema?"

   "Il problema, Hopus, è quando lo fate in presenza del Capo!" Re Dado incrociò le braccia, assumendo un'espressione severa. "Vi ho osservati bene. Nemmeno una volta vi ho sentito chiamare lui Maestà e me Capo."

   I dodici esseri sinistri si scambiarono occhiate perplesse. E fu ancora Ginette a parlare per prima (perché i suoi compagni si erano accorti che Re Dado tendeva ad essere un pò più galante con le donne).

   "...........E perciò...?"

   "E perciò lui è il Re dell'Inferno! I demoni chiamano in questo modo lui, non me! A parte me ed Henchman, intendo. Ma Henchman è il suo paggio, ed io il suo Numero Uno! Al massimo vengo chiamato "Eccellenza" o robe del genere, ma mai "Vostra Altezza" o "Vostra Maestà. Voi tutti invece lo fate sempre.. e chiamate lui Capo. Non siete abbastanza in alto nella catena per permettervi di farlo!"

    E siccome nessuno gli rispondeva e tutti continuavano a lanciarsi strane occhiate, incalzò: "Allora??? Qualcuno vuol vuotare il sacco??"

   "Io la chiamo anche Señor!" precisò Wheezy. 

   "Sì, ma mi chiami anche Maestà!"

   "Non saprei! Mi sembra così naturàl dirlo.."

   "Ma a Satanasso non dispiace se lo facciamo, che male c'è?"

   "Già, per ora.. ma non deve arrivare a dispiacergli in futuro, Mangosteen! Voi siete qui da relativamente poco, potrebbe non piacergli sentire queste cose per troppo tempo.."

   "Ma in questo caso le farei una previsione in tempo!! Tanto mi scappano! Eh?? Eh??? L'ha capita..?"

   Re Dado spinse via la grossa faccia rotonda e fluttuante della palla ruotando gli occhi, visto che si era avvicinato fin oltre il limite personale consentito dalla sua pazienza. "E voialtri che scusa avete??"

   Hopus Pocus si schiarì la gola e si fece un saltello più avanti. 

   "Hum.. per quanto mi riguarda, io l'ho sempre percepita così, Altezza! Da quando sono diventato ufficialmente suo..!"

  "Tu sei stato il mio primo acquisto, se si esclude il mio mazzo di carte.. Hai detto tu agli altri di chiamarmi così?"

   "Ma niente affatto! E come avrei potuto, poi? La maggior parte di questi qua li ha assunti mentre ero al lavoro! E la prima volta che ci siamo parlati, già lo facevano! A me sembrava normalissimo, perciò.."

   "Hmmm..." meditò Re Dado, passando lentamente al dipendente successivo. "Beh, tu sei matto come un leprotto bisestile! Non mi sono mai fatto molte domande.. E tu, invece, Mr Chimes?"

   "Io la penso uguale! Cioé, non è così che funziona?" chiese con la vocetta acuta a Pip e Dot, alla sua sinistra. 

   "Che funziona cosa?" chiesero in coro. 

   "Tu fai un patto con un Demone, e quello diventa il tuo padrone, no?"

   "Sì, immagino, ma perché lo chiedi a noi? Non sappiamo un tubo di queste cose!" rispose seccata Dot. 

   "Magari sì! Sapevo che i Domino avevano qualcosa a che fare con la divinazione, o roba del genere!"

   "Pfui! Questi stereotipi..!" fece indignato Pip. 

   "Nononono, aspettate un attimo!" li interruppe Re Dado. "Non funziona così! Voi vendete l'anima a me, ma io sono un emissario del Diavolo! La vostra anima e la vostra devozione dovrebbe andare a lui prima e a me dopo..!"

   Il "tsktsktsktsktsk" fatto a velocità scoiattola da Hopus lo distrasse dai suoi ragionamenti. 

   "E' lei che non capisce come funziona, Maestà! Lei mi ha vinto a coccino, non Satanasso! Non ho niente a che vedere con lui!"

   "Sì, tu sì, ma loro.."

   "Noi siamo uguali!" disse deciso Chips, che fra tutti era quello che meno temeva il confronto col suo capo. "Quando ho firmato quel contratto, non ho pensato nemmeno per un secondo che mi stavo mettendo nelle mani del Diavolo, ma nelle sue!" Sputò il tabacco che aveva in bocca direttamente nel cestino dei rifiuti. "E poi c'era solo il suo nome sopra!"

   Era vero. 

   Solitamente, quando carpiva anime per il suo boss i contratti erano sempre pre-compilati a nome di Satanasso: Re Dado non doveva firmare niente, si limitava a fare da agente del raccolto. 

   Ora che ci pensava, però, quei 12 li aveva assunti col preciso scopo di ricevere un aiuto al Casinò! Satanasso non c'entrava proprio nulla.. e pertanto la sua firma era assente. 

   Quello che non sapeva, però, è che anche un Demone come lui potesse possedere le anime dei suoi sottoposti. Non ci aveva per nulla riflettuto! Quando aveva ottenuto Hopus, non si era sentito in modo diverso: né più né meno potente rispetto a prima. E lo stesso valeva per loro, o per il suo mazzo di carte...

   ...d'un colpo si rese conto di una preoccupante verità: non sapeva un cavolo di come funzionava un demone nella dinamica delle anime. 

    E piuttosto che far la figura del pirla mise su una faccia sicura e sorridente e disse: "Capisco.. Facciamo così: a scanso di equivoci, chiamatemi semplicemente Capo. E chiamate lui col suo titolo nobiliare.. così non scateniamo tensioni, d'accordo?"

   E tutti in coro risposero: "D'ACCORDO, VOSTRA MAESTA'!"
 
   Re Dado si schiaffò il palmo in faccia. 

   "Hugh... Va bene, soldati, riposo! Ci vediamo tra qualche ora! Tranne te, Hopus, tu resta qui! Ho ancora una cosa da chiederti.."

   E non appena tutti gli altri, in un brusìo entusiasta, lasciarono la sala, il leprotto saltellò sul tavolo più vicino al suo padrone per sedersi comodamente sul bordo. 

   "Hopus... vorrei farti una domanda che una volta Henchman fece a me!" 

   "Henchman?? Oh, questa sarà interessante.. che aveva da chiederle la palla di lardo?"

   "Dimmi, cos'hai provato di preciso quando sei passato sotto il mio controllo? Ti sei sentito diverso, in qualche modo..?"

   Hopus abbassò un solo orecchio, perplesso. "Beh, questa è una strana domanda, Boss!"

   "Allora?"

   "Per quanto riguarda me, l'ho vista come un upgrade! E' entusiasmante pensare di essere un suo diretto sottoposto!" Hopus dondolò felice le zampette posteriori.

   Re Dado lo fissò. "Sono.. le stesse parole che mi ha detto Henchman! E' quello che dice di aver provato anche lui.."

   "Non aveva detto che lo aveva chesto a lei?"

   "Sì, ma poi io gliel'ho richiesto indietro, e insomma.. lunga storia! Accidenti, quanto è strano.." disse grattandosi la testa.

   "Strano?"

   "Sì, voglio dire.. Henchman si è sentito così quando è entrato al servizio del Grande S! Ma il Grande S è il Grande S! Io beh.. per quanto sia influente all'Inferno, non sono un centesimo di quello che è lui!"

   "Lei non è nemmeno potente come me, nelle magie. Cosa c'entra?"

   Re Dado corrucciò la fronte. "C'entra, è proprio questo il punto! Perché funziona uguale?"

   "Guardi, io capisco poco di Demoni! Ma non occorre essere un demone o un ente di pura magia come me per sapere certe cose!" disse lui, facendo spallucce. "Lei è d'accordo che un uomo disarmato non ha alcuna possibilità contro una tigre, giusto?"

   "Giusto, Hopus. Dove vuoi arrivare?"

   "Voglio arrivare a dire che se l'uomo è un domatore, la tigre diventa un gattino. Che se ne fa di tutta quella forza, se non può resistere all'impulso di ubbidire?"

   Re Dado si massaggiò il mento. "Diamine, hai proprio ragione.. Però.."

   D'impulso, estrasse dalla giacca i suoi due bei dadi rossi fiammanti, facendoli brillare sul palmo alle prime luci del sole. "Non hai sentito nient'altro? Voglio dire, come ti sei accorto che tutto d'un tratto eri mio?"      

    Hopus Pocus questa volta ci pensò ben benino, e per lo sforzo i suoi occhi se ne andarono strabici per i fatti loro. 

   "Ha!! Ci sono!! Mi è sembrato di sentire qualcosa dentro. Ma dentro dentro, proprio. Più dentro delle ossa! Una specie di catena, e l'altra estremità ce l'ha lei. E' come avere una cintura di acciaio, ma nell'anima!" Si interruppe un attimo per rifletterci a modo. "E' un pò inquietante all'inizio, ma poi ci fai l'abitudine!"

   "Huh.. E non vale anche per il Grande S?"

   "Assolutamente no, Capo! Come dice lo yankee: mica ho fatto un patto con lui, l'ho fatto con lei!"

   "E per me è stato praticamente automatico, quindi..  E non è la prima volta che questo succede, sai? Tempo fa io e il Capo abbiamo scommesso per il possesso di 52 carte.. Lunga storia, un giorno te la racconto. Ma non avevo riflettuto sul fatto che avessi ottenuto le loro anime!"

   Eppure era così scontato, a pensarci: non facevano forse per filo e per segno quello che ordinava, senza dire beo, esattamente come i diavoletti facevano col Diavolo?

   "Lei scommetto che non lo ha sentito, vero?"

   "Beh, in un certo senso so di avere controllo su di voi, e mi viene abbastanza naturale.."

   "No, intendevo quando ha fatto il patto con Sua Pelosità! Immagino che sia stato ben diverso.."

   "E immagini bene, Hopus! Io, al contrario, non mi sono mai sentito così libero! Cioè, è stato abbastanza traumatico il passaggio, ma poi... In effetti è ben strano!"

   "Beh, il suo contratto sarà ovviamente stato diverso dal nostro!"

   "No, non direi!" Re Dado si avvicinò ad una delle grandi finestre eleganti, per far brillare meglio i dadi. "Sembrava in tutto e per tutto un contratto dell'anima regolare! Rinuncia ai piani di sopra, fedeltà al Grande S, cessione dell'anima, eccetera! Eppure.."

   "Oh, ma deve essere stato diverso!" esclamò Hopus, saltellandogli appresso. "Quanti altri demoni conosce che possono fare quello che fa lei? Avere altre anime sue subordinate..?"

   Re Dado tacque, perché la stessa domanda l'aveva ricevuta, ancora, da Henchman. E' sicuro che nel suo contratto non ci fosse niente di strano? 

   Prima di firmare, aveva letto tutto con attenzione, e Satanasso aveva insistito nell'assicurarsi che avesse compreso bene ogni riga. Non c'erano note a margine, o clausole scritte in piccolissimo (cose che invece era solito inserire lo stesso Re Dado ogni volta che voleva carpire qualcuno).

   Eppure, era sicuro: nessun altro Demone poteva avere dei subordinati fedeli solo a lui e non al Diavolo.

   Doveva visionare il proprio contratto. 

   Era certo di ricordarlo a memoria, ma in effetti Satanasso era un essere particolare... che gli avesse mentito spudoratamente? Che avesse scritto con l'inchiostro simpatico qualche cosa che non aveva potuto leggere..? E se sì, era un contratto a favore o a sfavore suo?

    Il Diavolo era stato violento in passato con lui, quando era palesemente arrabbiato. Ma a pensarci bene, non gli aveva mai fatto veramente del male. 

    Una fitta di dolore lo colpì come un dardo rovente. Avrebbe potuto fargli una cosa del genere..? Certo era il Diavolo, ma... Avrebbe potuto fare davvero del male a lui..?

   "Sai cosa, Hopus..? Devo dormirci sopra!" mormorò, mettendo via i dadi. "Tra qualche ora riapriamo e io non-"

   "Ahem! Signor Re Dado?"

   "Hugh..! Che c'è adesso?"

   Phear Lap comparve sulla soglia con un clip-clip dei suoi zoccoli bianchi. "Una delle sue carte, non mi chieda chi, ha chiamato da Palazzo Dado Uno! Dice che i fratelli sono lì con un contratto, e chiedono di vederla!"

   "CHE COSA?? Ma gli ho affidato il compito appena due giorni fa!!"

   "Non so che dirle, capo! Io intanto vado a dormire! Ciihihihi vediamo!" nitrì, mentre Re Dado sopprimeva per l'ennesima volta uno scoppio di nervi.

   "Vuole che me ne occupi io, Maes-ahem- capo..?" si offrì volenteroso Hopus. 

   "NO, per carità! Quei due non ti rispettano quanto me.. senti, ho la mente annebbiata in questo momento.. Ce l'abbiamo un contratto tosto da chiedergli stavolta?? Tipo, un osso duro! Uno che faresti fatica a gestire tu stesso!!"

   Il perfido leprotto ghignò con tutti i denti e si strofinò le zampette. "Oh, sì che ce l'abbiamo! Ma perché limitarsi ad uno solo? Chiediamogliene due in una botta! Non sarebbe la prima volta che ne affrontano più di uno, dico bene..?"

   "Dici benissimo. Dimmi chi sono, e facciamogli vedere i sorci verdi!"

      
   ..........

 

   E ovviamente, con la mente annebbiata, era difficile fare un "salto" corretto. 

   Era sua intenzione usare come "corridoio" il Primo Cerchio, ovvero il Limbo, che era dove si trovavano di solito per conferire col Grande S.. Invece si ritrovò in un bosco. 

   Da principio non gli parve così male: un bosco relativamente tranquillo, parecchio buio ma non totalmente privo di luce, che sapeva di malinconia... finché non si accorse che le facce sugli alberi non erano quelle di un comune Calamaiese a forma di albero!

    E il latrato dei cani misto alle urla dei dannati in lontananza gli diedero quel boost di adrenalina sufficiente per levarsi dai piedi MOLTO in fretta. 

    Fu assai lieto di ritrovarsi davanti i due odiati musi di Cuphead e Mugman. 

   "Wow! Sei proprio cotto stamattina!"

   "Non me ne parlare.." disse, massaggiandosi le tempie. "Allora, i due ranocchi, eh?"

   "In realtà ce ne siamo occupati ieri, ma abbiamo aspettato apposta visto che di notte di solito sei occupato!" Cuphead gli porse il doppio contratto. "Non è stato poi così difficile stavolta, ci stiamo prendendo la mano!"

     "..anche se si sono di nuovo trasformati in mostri!!"

    Re Dado prese il contratto e lo controllò con gesti nervosi (ma sempre eleganti), sospirando amareggiato. Ecco, ci risiamo! Pensò. 

   "Sì, sputavano mosche infuocate dalla bocca!!"

   "Vuoi dire delle lucciole..?"

   "No no, proprio delle mosche che bruciavano!! E poi Crick batteva i pugni così!" Fece Cuphead, imitando il gesto. "E PAM!!! Una palla energetica distruttiva che saltellava qua e là.."

  "...e poi Croack si metteva a frullare così!" disse Mugman, piroettando la testa removibile in orizzontale. "E faceva un tornado!!"

   Re Dado chiuse il contratto e li guardò con un crescente tic sotto l'occhio sinistro. 

   "E poi a un certo punto, Croaks si è mangiato Ribby!!"

   "Sì, e si è trasformato in una slot machine!!!"

   "Ma è fantastico! Significa che è riuscito finalmente a trovare un'utilità al fratello in armonia con un guadagno cospicuo! Ora, se non vi dispiace, ci sarebbero altri due contratti, da recuperare..!" 

   Silenzio. 

   Era ora. 

   "Alloooora, sono due missioni separate, entrambe in scadenza il 4 Ottobre.. rispettivamente il nostro adorabile Cagney Carnation e l'incantevole signorina Hilda Berg!"

   Ancora silenzio, e nessuna reazione di sdegno o paura. 

   I due ragazzini si erano quietati di colpo, fissandolo con un'espressione atona e indecifrabile. 

   Cominciava ad essere un pò inquietante. "Yo-hooo! Controllo di Terra? I maggiori Cuphead e Mugman sono richiesti all'appello!" disse giocosamente.

    E siccome ancora non riceveva risposta: "Ma che vi prende?"

   "Tu non ci credi." Affermò Cuphead in tono definitivo. 

   Re Dado sospirò di nuovo, sentendo formarsi sotto gli occhi delle valige da trenta chili. "Ragazzi, ne ho parlato col Grande S. Dice che non ne sa niente di queste cose, e secondo lui sono sciocchezze!"

   "Beh, o è un bugiardo clamoroso o uno stupido!" esplose Cuphead. "O ti sta prendendo in giro perché così non ci dai retta, o è lui quello che ha bisogno di atterrare dal regno delle nuvole!!"

   "Capitemi bene, è un pò difficile anche per me credervi sulla sola parola!" Ribatté Re Dado, facendo sparire i contratti. Ne aveva abbastanza di giochini, e quello era decisamente il giorno sbagliato per fare quel genere di sceneggiata. "Venite qui a descrivermi delle scene assurde, e senza un minimo di prova! Che può mai fare il piccolo, umile me..?"

   "Beh, sei fortunato: questa volta di prove ne abbiamo a decine!" disse Mugman, attirando il suo sguardo. "Siccome ultimamente il loro locale è pieno di gente strana 24 ore su 24, puoi andare a interrogare chi vuoi! Abbiamo eseguito la riscossione davanti a tutti!"

   Gli occhi del demone si spalancarono di colpo, meglio di un caffé, mentre questa volta fu Cuphead a dare uno scappellotto ammonitore al fratello. "Volete dire.. che se vado là adesso la gente mi confermerà la vostra versione..?"

   "Già, quello ed altro!" disse Cuphead, guardando inferocito Mugman. Il quale si rese conto solo in quel momento dell'errore madornale, e sobbalzò di sgomento.  

   Tuttavia, gli bisbigliò: "Ma non credo che cambi qualcosa, ci ha visto comunque un sacco di gente, ormai!"

   "Un sacco di gente strana che per prima non si fa vedere mai in giro!" sussurrò Cuphead rabbisamente, prendendolo per il colletto. "Il tipo di gente che frequenta Porkrind, e che di solito tiene la bocca chiusa!!"

   "Beh, ragazzi, sembra proprio che io debba andare a verificare un paio di cose!". I ragazzini interruppero la diatriba per lanciare uno sguardo allarmato a Re Dado. "Mi raccomando alle scadenze! À bientôt !!"

   "ASPETTA-!!"

   Ma era troppo tardi: il loro affascinante interlocutore era sparito nel solito buco infernale.

   "SEI UN CRETINO!! Adesso scoprirà tutto!" esplose Cuphead. 

   "Ma scusa, non avevi detto che ti fidavi ciecamente di lui??"

   "Io mi fido di lui!"

   "E allora?? Cos'è questa sceneggiata??"

  "Mi fido di lui, ma è anche un gran chiacchierone e un precisino!! Ci tiene talmente tanto a fare le cose per filo e per segno che è capace di aprire i rubinetti anche con chi non deve! Come ha fatto con Satanasso, l'altra volta!"

   "Ecco, mi sono di nuovo dimenticato di fargli le domande che volevo.. ma come fa?"

   "A fare che?"

   "Non lo so, sembra che faccia una specie di magia tutte le volte, ti.. ti incanta con la sua presenza, come dire!"

   "Si chiama avere charme, grullo! Hmmm.. Cagney.. Non era quel girasole tutto carino e coccoloso? Dovrebbe essere facile stavolta.."

   "Non è charme! O almeno sì, è anche quello! Ma ti dico che c'è dell'altro!" disse, sedendosi su una bella panchina di pietra in attesa del nonno. "Ho questa strana sensazione tutte le volte.. Stare in sua presenza è fin troppo positivo!"

   "Stare in presenza di una superstar è fin troppo positivo? OOohh, non mi dire.."

   "Cuphead, se ci rifletti un attimo, non ci dice delle cose carine! E mi viene sempre in mente dopo, quando è andato via! E' come.. come.."

   "Come se si potesse permettere di essere snob, perché è troppo figo per essere vero?"

   "No, beh.. SI'! Sì, ecco: è troppo qualcosa. Ho cominciato a farci caso davvero da quando abbiamo bevuto la pozione, e più diventiamo forti e più questa sensazione si acuisce! Sembra molto di più di una semplice superstar.."

   "Aaaah, ti capisco!" disse sognante il fratello, sedendosi accanto a lui . 

   Mugman aggrottò la fronte, infastidito. "Non è una cosa positiva, Cuphead. C'è qualcosa che non va! Non mi sentirei mai così nemmeno davanti al mio scrittore preferito! Ne sono sicuro!"

   "Per forza: nessuno dei tuoi scrittori preferiti è grande la metà di Re Dado.. E poi ti stai contraddicendo. E' fin troppo positivo o non è positivo? Sembra che dai i numeri."

   "Insomma, è difficile da spiegare, ok?? Quando ce l'hai davanti ti senti stra bene! Prende tutta la scena, ti incanta, è super positivo.. Ma questo non è bene! E' affascinante di suo, sì, ma c'è qualcosa a parte quello. Non sembra di parlare con una persona normale famosa!! Sembra  di più, sembra..."

   "..di parlare con una leggenda?"

   "..tipo. Mi sembra di star parlando con qualcuno tipo Satanasso."

   "HAHAHA!! No, non direi proprio!"

   "Lo so, è assurdo!"

   "Ma Satanasso viene da prenderlo a schiaffi dalla mattina alla sera! Non c'entrano proprio niente l'uno con l'altro..!"

   "Sì, è vero.. però se ci pensi bene, lo senti che è diverso, no? Quando parli con Satanasso. Lo senti che è "troppo qualcosa"! Satanasso fa paura, mentre Re Dado è affascinante.. ma la sensazione di base è la stessa!". Si volse per studiare la reazione di Cuphead. "Ha senso per te?"

   Cuphead stavolta non rideva. Fissava invece le nuvolette passeggere nel cielo sereno, coi grandi occhi a palla semi-sporgenti dalla tazza. 

   "Credo di sì." disse dopo un poco. "In effetti. Non pensi che abbia qualcosa a che fare coi suoi poteri?"

   "I suoi poteri?"

   "Sì, tipo i salti! E' un potere che gli ha dato Satanasso. Forse sentiamo le tracce di quella magia, che è un pò come la nostra!" disse, indicando una bella margherita rosa, che appariva tale solo ai loro sguardi. 

   "Sì." rifletté Mugman. "Sì, può essere.."   

   E persi nei loro dubbi e pensieri, attesero in silenzio il rumore familiare del motore del nonno.

 

.......................

 

  In retrospettiva, forse è perché mi sento fregato in qualche modo, pensò Re Dado guardandosi intorno. 

   Per carità, per certi versi era anche figo trovarsi in mezzo a tante figure storiche, tutti avvolti in suggestive fiamme infernali. Politici, ruffiani, avventurieri maliziosi.. Tutti a scambiarsi opinioni sulle panzane raccontate in vita. 

   Discorsi che Re Dado capiva poco, perché la maggior parte di loro parlavano lingue a lui sconosciute. Ma qualcosina qua e là si poteva carpire! Dall'inglese al francese, passando per il tedesco e un pò di italiano.. E gli parve di cogliere persino qualche parola in Afrikaans e nella lingua Yoruba di mammina Biglia, anche se palesemente si trattava di un altro dialetto. 

   C'era un baccano d'inferno, ma non poté fare a meno di rimanere qualche secondo ad ascoltare, affascinato dai discorsi vuoti, in quel marasma caotico; anche perché nessuno sembrava volergli dare fastidio.

   E questo gli permise di notare una cosa: i dannati erano accalcati tra loro, e alcuni condividevano le fiamme, ma attorno a lui si era creato un cerchio di vuoto.

   Proprio come allora, pensò Re Dado, ricordando una vecchia partita a Brag, un secolo fa. 

   Solo che questa volta non c'era nessun Grande S a spaventare la gente. Eppure, dubbio o paura aleggiavano nei loro sguardi, e nessuno si azzardò ad avvicinarsi più di dieci piedi. 

   La mente e semplice e cubettata di Re Dado gli disegnò un largo sorriso spocchioso sulla faccia.

   "Chiaramente la mia fama ha riecheggiato fin quaggiù, da tutti gli angoli dell'inferno! Diamine, sono così fico che persino le fiamme si spostano al mio passaggio! Oh, beh!" disse, preparandosi ad un salto più fiducioso. "C'è un'altra folla di chiacchieroni che mi aspetta, lassù! Sarà meglio levare le tende! Auf wiedersehen!"

   Così pensava il nostro fiero gradasso.. Ma dopo la sua scomparsa dall'ottava Malabolgia dell'ottavo Cerchio, passò parecchio tempo prima che le fiaccole umane tornassero a richiudersi sullo spiazzo che tanto frettolosamente avevano creato. 

   E non fu senza timore e prudenza che, poco a poco, con occhiate sospette verso il punto in cui era sparito, con angoscia malcelata i peccatori riguadagnarono il loro prezioso spazio.

 

CONTINUA...............................................................

Notes:

Oook, mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo, che ho deciso di tagliare perché se no veniva troppo lungo. La parte iniziale del successivo doveva essere il finale di questo (lo capirete da come si chiude) ma alla fine mi sono detta: no, non c'è bisogno, questo finale è più enigmatico.

Per i riferimenti culturali:

1) Nel gioco, il sottoposto di Re Dado con cui lui si dimostra più aspro è Mr. Wheezy, ma qui ho scelto di fare di Mangosteen il suo "sacco da boxe" perché credo abbia più senso: Mangosteen è una Palla da 8 Magica (come quella di Toy Story) e pertanto nel suo centro c'è un DADO A DIECI FACCE. Esatto, Mangosteen in realtà è un dado. Siccome nel mio canone i dadi sono una rarità e una casualità (ce, non è che i genitori di un dado sono due dadi, non funziona così) trovo molto divertente rappresentare una dinamica dado-alfa dado-beta, col fatto che essendo così pochi è naturale che siano molto competitivi tra loro.
Serve anche a rievocare una dinamica che Cab Calloway aveva con un membro della sua band, col quale era particolarmente più severo rispetto agli altri, per motivi poco chiari.

2) Non di tutti i personaggi specificherò la nazionalità o la provenienza, la maggior parte perché non è esplicita nemmeno nel gioco, e quindi dò un pò per scontato che siano semplicemente americani (o meglio, Calamaiesi) oppure creature magiche come Hopus. Però Pirouletta è russa, Wr. Wheezy è cubano, Pip e Dot sono cinesi, Mr. Chimes è congolese. Mangosteen e Re Dado sono ovviamente Black-coded entrambi. Mangosteen non perché è nero di colore, ma perché è anche una palla da biliardo oltre che essere una palla magica, e nel mio canone tutti gli elementi associati al biliardo sono black-coded (come la madre di Dado, mamma Biglia, che in realtà è un boccino bianco da biliardo).

3) Sì, Re Dado è poliglotta. Nello specifico conosce 6 lingue: la scelta è deliberatamente estetica, visto che 6 è un numero così importante per il Diavolo, ma ci ho anche ragionato su. Re Dado è vivo da molto tempo, e specialmente nei primi anni di scorribande con Satanasso ha viaggiato molto per l'Europa. Inoltre viene da un paese specifico dell'Africa centrale, e la sua backstory gli permette un uso molto fluente della lingua inglese. Quindi è madrelingua in Inglese e Afrikaans, parla fluentemente Francese, Tedesco, Italiano (che erano molto importanti all'epoca) e conosce bene il dialetto Yoruba. Lo Yoruba è una lingua bellissima, fatta di suoni musicali, e sembra una specie di canto: considerata la sua attitudine al canto, ho trovato particolarmente azzeccata questa particolarità. Gli piacciono molto le lingue latine (spagnolo e portoghese) ma non le sa parlare, principalmente perché non ha avuto certo tempo per farlo nonostante la sua lunga vita. E' infine totalmente negato nelle lingue asiatiche, nordiche e in quelle mediorientali, delle quali non capisce un'accidenti.

4) Re Dado ha ragione: il modo in cui sbaglia i salti (e i gironi nei quali finisce) hanno molto a che fare col come si sente al momento. Non che avesse pensieri suicidi quando è finito nel bosco (Re Dado si ama troppo), ma quello era il girone dei violenti contro sé stessi, e in quel momento si stava forzando oltre la sua sopportazione, giusto per senso del dovere (e per eccessivo zelo nei confronti di qualcuno, eheh..)

5) Non è che i demoni nel mio canone abbiano davvero bisogno di dormire, ma essendo che lo stress che provano li debilita a livello di potere, mangiare e dormire è il loro modo di coccolarsi e tranquillizzarsi, per ricaricare lo spirito..

Questo è tutto, ci si becca alla prossima!!

Notes:

Dunque dunque, spiegazioni tecniche:

1) La data all'inizio è scritta nella maniera consona al tempo (quindi si contava l'anno di regno del sovrano in carica) e in greco. Purtroppo non conosco il greco antico perché non ho fatto il liceo classico, ma ho cercato quantomeno di rendere l'idea.

2) Non è vero che ai tempi di Archimede l'Artemision e l'Athenaion si trovavano sulla via Minerva: ho voluto piazzarli lì per omaggiare quella via, perché è lì che hanno spostato i resti dei due templi. In ogni caso, questo è il mondo di Cuphead!

3) Archimede ha davvero inventato tutto quello di cui parla Henchman. Ed era davvero devoto più al politico della sua città che agli dei: tanto che quando i romani invasero Siracusa, preferì farsi ammazzare sul lavoro che dare retta ai soldati che cercavano di convincerlo a unirsi a loro.

4) I fauni erano, in effetti, devoti ad Artemide, oltre che a Pan e Dioniso. Ho pensato che dato il carattere di Henchman, così amorevole e attento, fosse più incline ad avere lei come divinità preferita, e che Satanasso glielo abbia "sottratto" per dispetto e convenienza!

5) No, nonostante le apparenze, Satanasso NON è Hades in questa storia. Si tratta di una scelta ragionata che ho fatto, in seguito ad uno studio. Seguitemi per capire:
- Il Diavolo è una distorsione cristiano-cattolica del dio Pan.
- Pan è legato all'Oltretomba in più di una maniera (che a meno che non conosciate già non mi va di spoilerare qui)
- Il Diavolo è spesso apostrofato come "Principe della Terra" nella cultura cristiana. Pan era una divinità prettamente terrestre.
Quindi mi sono fatta una mia idea di come potrebebro essere andate le cose se davvero gli dei fossero esistiti e se fossero sempre stati gli stessi.

6) Ad una certa, secondo gli scritti biblici, gli "elohim" (quindi suppongo gli angeli = gli dei) hanno cominciato ad andarsene dalla Terra. A questo fanno riferimento Henchman e Satanasso.

7) Nelle mie storie, gli dei antichi sono tutti gli stessi chiamati in modo diverso a seconda delle religioni e delle epoche storiche, e sono tutti angeli di svariati gradi. Quindi per esempio, Il Diavolo=Pan=Loki=Satanael=Seth, Hermes=Odino=Gabriel=Thot, Artemide=Haniel=Iside=Mani, ecc...

8) Sì, Satanasso sta parlando di Lucifero, quando parla dell'"altro che è là sotto".

Ora, contrariamente a quanto si crede non c'è alcuna evidenza negli scritti biblici che Lucifero sia il capo dell'Inferno, né che sia più potente del Diavolo. Lo so, non si è abituati a pensarlo, ma sono due figure molto diverse e solitamente confuse.
Non ci sono nemmeno menzioni al fatto che fosse un serafino: viene immaginato così a livello moderno perché Dante lo ha descritto con 6 ali (per accostarlo al numero 6 in qualche modo) e perché, siccome era "il più luminoso", viene erroneamente dato per scontato che fosse uno delle schiere più alte.

Ma non è così. Lucifero non è altri che Phosphorus, il dio della Stella del Mattino. Una divinità molto minore, rispetto allo strapotente Pan.
Era il più luminoso (e sicuramente più antico del Diavolo) semplicemente perché
A) nato prima di lui (da due Titani di seconda generazione, Aurora e Giorno, quindi meno importanti) e
B) perché era l'Astro del Mattino, quindi la prima lucciolina di luce mentre sorgeva il Sole.

Quindi nel mio canone è semplicemente stato il primo peccatore (quindi il padre del peccato), ma non il peggiore né il più potente. Avrà comunque un ruolo molto importante nella storia. (E non è vero che "non contava niente")...

9) La canzone che quei due cretini stanno cantando nella seconda parte è "Everybody ate when they come to my house" di Cab Calloway. Tradurla è stato un inferno, come del resto tutte le canzoni di Cab. https://youtu.be/NbzRnAJtVKM

Questo è quanto. Alla prossima!!