Chapter Text
Squid Game Italian Agency
Milan 202X (2025-2026).
CAPITOLO 1
L'INIZIO. IO E FRONTLADY MILAN
Il calamaro e la bambola. Incubo piano e frequente; quando dormo ogni tanto mi ritorna il sogno brutto di un calamaro gigante che lotta a sangue contro una bambola gigante assassina... Il calamaro cade a terra combattendo e lo stesso avviene per la bambola, mentre i giocatori, a confronto minuscoli, i quali si trovano sotto di loro vengono schiacciati, morendo atrocemente sul fatto, su di un campo da gioco che si insanguina a macchia di ghepardo. Meteore di metafore ed analogie pesanti già qui: il peso del potere schiaccia i piccoli, i piccoli Stati, i piccoli momenti quotidiani, la realtà schiaccia il sogno.
Prima di essere il giocatore 000, o semplicemente giocatore numero zero, certe determinate parole mi tormentavano:
"Sei pieno di debiti... Sei senza lavoro, ancora alla tua età... O ti dai una mossa o volti le spalle al gioco della fortuna...".
Come è iniziato il mio percorso proprio per Squid Game versione made in Italy? Non lo nascondevo, ero rovinato, se non rovinatissimo. In Italia, fra i laureati freschi, prima io aspettavo con costanza un'offerta, una telefonata magica di assunzione, una promessa, una seconda possibilità web, che non arrivava. Un mistero già svelato. Per gioco un giorno un' agenzia di reclutamento italiana mi offrì un inizio, una possibilità di cambiamento. Come andò?
Non bene, e peccato che poi io finì per ritrovarmi peggiorato, sveglio in un posto dalle mille stranezze, fatto di letti a castello simili al modello cameratismo bellico, nonché io stesso occluso, circondato da persone sconosciute con tutti quell'uguale tuta da tracksuit monocromatica verdognola, da carcerati quasi.
Io c'ero, senza scusante di voltarti indietro e di poter ritornare. Lì il tempo diminuisce sempre più, il timer per giocare scorre, devi solo andare, cercando di non morire per vincere quel gruzzolo di montepremio infinito.
Gioco o realtà, non si gioca con la realtà. L'arricchimento attraverso l'azzardo personale secondo le vie lecite è una ferita aperta. Siamo a buon occhio sadici sadomasi o verso gli altri oppure in prima linea fissa verso noi stessi. Giochiamo con le persone, barando col "Noi" della nostra coscienza, alla fine. Non capiamo semplicemente niente, uomini e non. Con molta probabilità e pazienza ho già detto tutto...
Certe esperienze se non le racconti ti dilaniano ancor di più, facendo di te screzi sanguigni efferati, come lenti omicidi. Parlo di certi giochi, di quelle giocate per soldi, e riparlo di esperienze al cardiopalma che possono finire per divorarti d'amarezza invivibile, mangiandoti l'anima a pezzi, pezzo dopo piccolo pezzo. L'umanità ha spesso compiuto o è stata parte di processi disumani che l'hanno resa bestiale, come le guerre, i genocidi, le deportazioni, le lotte fra gladiatori e belve, le televendite, le truffe, i giochi anonimi per vincere soldi.
Capirete così col tempo reo che è solamente per miracolo umano se sono ancora vivo, eppure antropicamente morto dentro, a seguito di quello che mi è successo tramite lo Squid Game italiano, fatto a Milano. Mi sentivo io il calamaro senza inchiostro in questa situazione, fritto, infarinato o forse impanato a puntino, cotto, e poi mangiato dagli altri...
Io ero solo, o solo me, un cittadino italiano semplice del Sud, originario di Napoli, che a causa di perdita di lavoro col dolo, e del lacerante bisogno mensile di risorse finanziarie, sic et simpliciter ero stato adescato a partecipare ad una serie letale e fatale di giochi reali in Italia. Iniziò tramite Agenzia di Milano e con convocazione a domicilio di una certa piccolo invito contenente le forme geometriche di un cerchio-rosso, triangolo-bianco, quadrato -verde, colorati con un ordinato colore tricolore nazionale, giochi di lavoro chiamati Squid Game.
In precedenza io ero solo, depresso per soldi e per lavoro altalenante; correva l'anno 2025: la mia disperazione era un crocifisso personale appeso all'ordine del giorno, come un calendario, quasi come un necrologio tichettante al mio umile cospetto, contro il mio rispetto. Come dicevo, credendo in un colpo di fortuna un giorno fui contatto da un' Agenzia milanese dal nome SG Italia (che non aveva traccia e recensioni su Internet perché sostenevano di dover operare in assoluta privacy per l'organizzazione di eventi privati di segmento top luxury). Fui assunto per la verità, dopo aver sostenuto con loro un colloquio di lavoro per la mansione di beta tester di un parco giochi allestito in Lombardia in occasione di futuri eventi mediatici per VIP.... certamente un lavoro un po' strano, a dire il vero, anche se ben pagato, in quanto sembrava che già sapessero informazioni sul mio conto e sui miei lavori passati. Non sapevo di certo che per quei 20 euro l'ora promessi dall'Agenzia stessi vendendo l'anima costruita finora.
Rivelo a cuore aperto che in quegli ultimi anni la mia vita stava sempre più andando alla sfascio, anche se non a puttane, non tanto per i miei alti e bassi, quanto per la deprimente situazione di dover o passare da un lavoro all'altro o dall'essere incapace di trovare veri amici, vere alleanze, partner di fiducia incrollabile. Ero già stato vittima di molte truffe nel corso degli anni, eppure questa chiamata Squid Game Italia stava per segnare il mio destino in nero assoluto... Tutto ebbe lento inizio. Adesso dispongo di informazioni vitali per il resto dell'umanità, Intel segrete per cui cercano di uccidermi ogni giorno, in ogni maledetto posto.
Dare trappole a chi vuole la libertà. Squid Game è ancora la mia realtà e la mia ferita reale; io ho disputato sempre con altrettanti 455 giocatori, ero il giocatore 000 (stranamente). C'erano 456 players, come una letale formula permanente, con alla fine amara un solo vincitore monopolistico del monteprimio: 456 players era uguale a 455 vinti, ed un solo vincitore in conclusione. L'organizzazione dal punto di vista amministrativo era però differente. Ho saputo che prima a capo organizzativo della Società di Assassini c'era stato sempre un uomo amletico, un FrontMan ineffabile, mentre questa volta era donna, una FrontLady. Non mi credereste se vi dicessi che una potente Leader occulta chiamata Frontlady dall'Organizzazione di Squid Game e forse dal nome di Sebastiana Ferrari, e antica discendente di un ramo della famiglia degli illustri Savoia in Liguria (che un tempo organizzavano i viaggi dei deportati al Nord Italia per condurre persone innocenti ebree o meridionali verso i lager tedeschi ed austriaci) stesse rendendo operativo un suo piano diabolico di nuovo attuato al Nord Italia, fra Milano e dintorni. Era una Donna spietata conosciuta peraltro con l'appellativo di FrontLady Milan, ad onore irrisolvibile del suo Piano anti-meridione.
Bisognerebbe comunque procedere col garbo dell'ordine cronologico per far comprendere i machiavellici piani costruiti dalla FrontLady Milan: questa CEO first chief executive di Squid Game era in realtà stata anche un'antica affiliata italiana della setta globale "Gli Illuminati", quale celata rete di oligarchia governativa sulle sorti e scelte del nostro Mondo, in particolare un comitato ristretto e decisivo per il bene della popolazione mondiale. Questa FrontLady, come un'ampia perfida figura posta al comando aziendale, era riuscita in medio tempo a riattualizzate il suo sogno di bloccare il flusso di accesso di nuove risorse meridionali, studenti o lavoratori, ad interdire e deviare il flusso di immigrazione in Lombardia, con i suoi potenti mezzi e col vile danaro elargito, a corruzione della natura umana. La sua pianificazione era in pratica quella di liberare se non il Nord Italia, almeno Milano e la regione, dall'invasione terrona e quindi tutta cafona e spuria che a suo dire affliggeva le originarie famiglie nordiche, i purosangue. Un'elaborazione assurda per quanto detta, degna del diavolo, frutto indiscusso del male interiore: un piano definito Squid Game Italia, con annessa istituzione di un'Agenzia preposta (la SG Agency Milan). Alcuni dei suoi fili, mantra fissi, piantati come chiodi mentali, erano: "Non consento al Mezzogiorno di rovinare il Nostro perfetto cammino", oppure "I meridionali al massimo posso arrivare fino a Roccaraso, se vogliono lavorare e studiare davvero le loro marcite radici", o anche "Il sud è come l'Africa coloniale, da conquistare...Delenda Cartago!". Ne so parecchio sul suo conto; io da internato al Nord per i giochi, io basculante fra la morte e la paura di vita, ho spesso dalla sua voce sentito origliando frasi in codice del tipo: "La Storia non mi interessa, vada al diavolo il Regno vandalico e bastardo delle Due Sicilie!", "Le meridiane sono lancette che non battono", "I Los Illuminados sono persone oscure", "Per i meridionali col trogolo è sempre presto, per me è già tardi...", "Meridione ultimo bastione". Temuta, allo stesso modo di terribile Demone, la FrontLady da manipolatrice era subdola nonché armata di pianificazione mentale, volendo erigere barriere fra Nord e Sud, con reti sotterranee di relazioni e di camerati, per nascondere il tutto a tutti. Lo Squid Game italiano, progetto nazionale, era esattamente questo: bugie fatte di maschere e di mascheramenti, clientelismo, corruzione accentuata da soldi sporchi, malaffare, sotterfugi sopra ogni cosa, soldati mercenari insieme a cellule dormienti invisibili da far impazzire a comando, abusi di poteri, infingardaggine, deportazioni, tratte schiavistiche, riapertura di campi di concentramento vecchi di ruggine, malversazioni...Il diktat era orchestrare e giostrare.
Piano piano vi racconterò il modo in cui nella capitale della Lombardia si svolgeva il lavoro di reclutamento e di avviamento delle azioni di sequestro della persona, per farla partecipare ai giochi. Il premio di partecipazione era sempre altissimo per i vincitori, 456 milioni di euro netti, non tassati. Milano era focale e centrava tantissimo in questa faccenda, ma il punto singolare di partenza era Napoli, con le persone drogate, addormentate artificialmente, e stipate anche nelle stive di arei merci cargo. La tratta merci ufficiale (non controllata) era Napoli-Milano, per poi raggiungere via strada con dei furgoni delle dismesse ed all'apparenza abbandonate vecchie fabbriche di caffè, collocate in punti ignoti e remoti della Lombardia, riallestite a puntino per ospitare i giochi madornali. E questa potrebbe sembra la triste fine della storia, invece è solo il lento inizio, perché alla fine il male non smette mai di esistere.
Con brividi elenco tremando alcuni degli obiettivi dei giochi, impressi in me a livello subconscio mentale:
far venire la rabbia pura, dimostrando la somiglianza dei meridionali agli animali da sfruttare. I campi di concentramento erano ludici, ancora più temibili. Voleva liberare crudelmente la bestia o la bestialità repressa presente subconsciamente in interiore homine, lo Scilla ed il Cariddi mitologico, così da permettere agli uomini alfa di superare con violenza i giochi da beta tester all'interno del vasto Parco tematico Squid Game.
Per questi fini orribili, alcuni dei test-giochi menzionabili erano: Palla avvelenata, Acchiapparella con acchiappa la tonsilla, Lo scemo in mezzo e Sette si schiaccia, e Michelangelo human body collage (incollare e fare decoupage con i resti di altre persone ammazzate da loro, cadaveri), il gioco del fazzoletto avvelenato, ed il Blood-squirting game sadomaso, il gioco Vivi e lascia morire, giochi con le carte, rubamazzetto...
A ben dire l'amore insperato, la trappola fallace che si stava aprendo a piccoli passi poteva essere la più spregevole o subdola. Amore vero ed amore falso, laddove in quel luogo dimenticato dalla ragione egnava spesso il circolo avvizzito dell'odio.